L'amore che film, libri, videogiochi o serie tv riservano per gli zombi è innegabile. Queste creature funzionano sempre. Affascina, forse, l'idea del ritorno alla vita, ma soprattutto sono affascinanti i racconti che li vedono protagonisti. Gli zombi nascono dalla cultura voodoo haitiana. Secondo la tradizione i sacerdoti, chiamati bokor, attraverso riti magici e pozioni misteriose, possono resuscitare e rendere schiavi i defunti. Questa paura era così profondamente radicata nella cultura di Haiti che perfino il dittatore Duvalier usava il clima di superstizione legato a questa leggenda, per sfruttare la paura degli abitanti, non tanto degli zombi, quanto di diventare essi stessi zombi.
Cosa sono gli zombi?
Nella trasposizione occidentale di queste sinistre figure, gli zombi sono esseri deceduti che tornano in vita e che escono autonomamente dal loro sepolcro per cibarsi dei cervelli di persone vive. Secondo la tradizione, invece, i bokor utilizzano il veleno estratto dal pesce palla per drogare le vittime prescelte. Questa sostanza contiene tetrodotossina, una neurotossina capace di indurre paralisi al diaframma e morte per insufficienza respiratoria. Campioni analizzati di questa droga mostrano anche la presenza di frammenti di rospi, cadaveri umani, ragni, ossa e piante urticanti. Proprio come nella migliore tradizione delle pozioni magiche usate nelle favole.
Negli studi svolti, sono state raccolte alcune esperienze zombi.
Clairvius Narcisse, un contadino di Haiti, mentre girava sperduto tra le bancarelle del mercato, venne riconosciuto dalla sorella, ben diciotto anni dopo la sua morte. Clairvius parlando della sua esperienza, raccontò di essersi sentito gelare e non potersi muovere dopo esser stato drogato, ma di essere stato cosciente mentre veniva portato in una piantagione di cotone, nella quale era costretto a lavorare e dove gli veniva regolarmente somministrata la sostanza che lo manteneva in uno stato di semi incoscienza, senza volontà, memoria e parola.
E ancora. Nel 1937 venne raccontata la storia di Felicia Mentor, morta nel 1907 e ritrovata girovagare in stato confusionale nelle strade della sua città trent'anni dopo. Fu riconosciuta dai parenti. Storia documentata dalla studiosa del folklore Zora Hurston.
Come avviene il fenomeno della zombificazione
La droga somministrata dal bokor, crea un forte malessere che provoca uno stato di morte apparente.
Il soggetto, dopo il funerale e la sepoltura, viene "riportato in vita" dallo sciamano attraverso un rito. In realtà la vittima "diventa" zombi a causa della suggestione e dell'auto convincimento per un fenomeno che esso teme da tutta la sua vita. La droga crea anossia che provoca stordimento e probabili danni al cervello e insieme all'esperienza traumatica, convince il malcapitato di essere vittima di un fenomeno che egli crede reale. In effetti studi condotti negli anni ottanta da Davis, un etnobotanico canadese, dimostrarono che la neurotossina presente nel veleno è limitata a tracce inattive e che, quindi, non possono essere il vero motivo della zombificazione.
Ma se, quindi, gli zombi non esistono, perché il Codice Penale di Haiti ha previsto l'articolo 249 che recita: "È da considerarsi omicidio l'utilizzo contro un individuo di sostanze che, senza causare una vera morte, inducano un coma letargico prolungato.
Se dopo la somministrazione di tali sostanze le persona viene sepolta, l'azione sarà considerata omicidio indipendentemente dal risultato che ne consegue"? Se fosse un film horror, ora, in sottofondo, si sentirebbe una risata satanica.