Manca meno di un mese al 21 dicembre e come dicono gli Stark: "L'inverno sta arrivando". Ma se per Westeros l'inverno significa l'invasione degli Estranei e del loro esercito di morti, per noi della Terra significa prima di tutto l'arrivo del Natale e insieme al Natale arrivano il presepe, gli alberi decorati, i panettoni, i pandori e colui che è diventato il simbolo della festività: babbo natale.
Insieme a Gesù Bambino, Babbo Natale è sinonimo di Natale. La storia, cara ai più piccini, che nella notte tra il 24 e il 25 dicembre Babbo Natale sale sulla sua slitta trainata da renne per consegnare doni a tutti i bambini del mondo. Ci sono alcune leggere variazioni nelle varie culture, ma a grandi linee la storia rimane la stessa. Diverse sono le origini di questo personaggio che prendono in prestito elementi della cultura cristiana, pre-cristiana, germanica e islandese. Col passare degli anni è diventato quasi un esercizio di stile immaginare la vita di Babbo Natale, eseguito anche da alcuni dei più grandi nomi della letteratura moderna.
Le prime storie
Due dei più grandi scrittori del ventesimo secolo si sono cimentati nel raccontare la vita del personaggio natalizio. John Ronald Reuel Tolkien, autore de "Il Signore degli Anelli" e de "Lo Hobbit", scrisse e illustrò tra il 1920 e il 1942 una serie di lettere spedite da Babbo Natale in cui raccontava le avventure e disavventure sue e di altri abitanti del Polo Nord. L'intenzione di Tolkien era solo quella di intrattenere i figli, infatti le lettere vennero poi pubblicate in un unico volume dopo la morte dell'autore. Alcuni esperti però hanno visto in queste lettere degli elementi che poi vennero approfonditi nei suoi romanzi più famosi mentre quelle risalenti al 1939 vengono spesso interpretate come delle osservazioni e riflessioni sulla Seconda Guerra Mondiale e sul Terzo Reich.
Più professionale invece è il romanzo "Vita e avventure di Babbo Natale" scritto da Lyman Frank Baum, autore dei romanzi ambientati nel mondo di Oz. In questo caso l'autore si cimenta nel compito di raccontare la vita di Claus tra fate e folletti prima di diventare Babbo Natale. Nel fare ciò Baum prende in prestito elementi dalla mitologia romana, quella germanica e anche qualche parte dal mito di Mosè. Il risultato è una favola dai toni leggendari che ha conquistato diversi bambini, in particolare quelli americani per via dello speciale natalizio basato sull'opera realizzato dalla Rankin/Bass.
I moderni miti natalizi
Col passare degli anni ci sono stati altri autori che hanno giocato con la mitologia di Babbo Natale sfruttando vari medium.
Su di lui sono stati fatti libri, serie animate, film (uno dei più memorabili è la commedia del 1994 "Santa Clause" con Tim Allen) e fumetti. In quest'ultimo genere ci sono state storie più sovversive che hanno sconvolto l'immagine creata da quasi un secolo.
Una delle più divertenti è la serie "Jingle Belle" creata da Paul Dini, noto anche come autore di "Batman: The Animated Series" e creatore del personaggio Harley Quinn. In questa serie Babbo Natale non è il protagonista ma uno dei co-protagonisti, mentre il paco è riservato a sua figlia Jingle Belle: una ragazza che pensa prima a sé stessa e poi al bene degli altri, al punto da essere sempre la prima della lista dei bambini cattivi. Molte delle storie sono sulla vita quotidiana della famiglia Natale e sullo scontro del punto di vista di Babbo Natale, che pensa solo a realizzare e a distribuire i regali a tutti i bambini del mondo, e quello di Jingle, che vuole solo fare festa.
Nonostante questo Jingle è in fondo una brava ragazza e le sue avventure si concludono sempre con lei che fa la cosa giusta ma a modo suo, per esempio quando raccoglie tutto il carbone che suo padre le da come punizione per poi utilizzarlo per organizzare una festa nella notte di Natale per tutti gli animali del bosco.
Un'altra riscrittura fumettistica è quella fatta da Grant Morrison nella serie "Klaus". L'autore scozzese è noto per i suoi titoli surreali e meta-narrativi come "Doom Patrol" e "Animal Man", qui invece racconta una storia più tradizionale sulle origini di Babbo Natale. Tradizionale per i canoni del fumetto perché in questa versione Klaus, ovvero l'uomo che diventerà poi Babbo Natale, è una specie di combattente della libertà che combatte la tirannia di un regno lontano consegnando furtivamente giocattoli ai piccoli abitanti e umiliando le crudeli guardie reali.
Detto in parole povere, Klaus è una specie di ibrido tra Batman e Conan il barbaro. Nonostante questo Morrison riesce comunque a dare un tono favolistico alla serie rendendola una storia rivolta ai lettori di tutte le età.
L'importanza di Babbo Natale
Verrebbe da chiedersi perché cimentarsi in simili riscritture per un personaggio infantile come Babbo Natale. Ma quello che va sempre tenuto in mente è che molti elementi della nostra infanzia sono stati ciò che hanno formato il carattere degli adulti di oggi e della cultura moderna. Favole come "Cappuccetto Rosso" e "I tre porcellini" ci hanno insegnato lezioni che spesso vengono dimenticate e spesso utilizziamo elementi di queste storie nel nostro linguaggio.
Parliamo di nasi lunghi quando vengono raccontate le bugie e le persone che non vogliono rinunciare alla propria giovinezza vengono paragonate a Peter Pan.
Babbo Natale è un elemento importante della nostra cultura e come lei deve essere capace di trasformarsi per poter esprimere i concetti di cui le persone parlano. La sua importanza venne già riconosciuta nel 1897 dal giornalista Francis Pharcellus Church, il quale scrisse una risposta alla lettera della piccola Virginia O'Hanlon in cui la bambina chiedeva se Babbo Natale esistesse davvero. La sua risposta fu l'editoriale "Yes, Virginia, there is a Santa Claus" dove Church ammette con orgoglio che Babbo Natale esiste ed insieme a lui esistono tutte le cose che rendono straordinario il mondo e che l'uomo non può comprendere appieno solo con la sua scettica mente.
Per questo Babbo Natale è un personaggio che non va ignorato o dimenticato e che noi abbiamo il diritto di raccontarne la storia con qualsiasi tono ci piaccia.