amazon continua ad espandere il suo catalogo televisivo con la nuova serie "Lore". Dopo aver toccato la fantascienza con "The Man in the High Castle", la commedia con "Mozart in the Jungle" e l'animazione con "Danger & Eggs" ora la compagnia si avventura nell'horror con questo telefilm ideato da Aaron Mahnke, produttore di "The Walking Dead" e "X-Files".
Uno studio sull'orrore
Nonostante sia stato pubblicizzato come una serie antologica non fatevi ingannare, "Lore" è prima di tutto un documentario. L'unica cosa corretta della campagna pubblicitaria è che ogni episodio racconta una storia diversa.
Basato sull'omonimo podcast dello stesso Mahnke, ogni episodio di "Lore" racconta una storia di quotidiano orrore accaduta davvero. I mostri classici vengono utilizzati come spunti per raccontare la vicenda dell'episodio o per spiegare la ragione che spinge i personaggi a compiere le loro atrocità. Per esempio l'idea che un demone stia uccidendo i propri cari spinge un uomo a dissotterrare il corpo della moglie e a fare cose inimmaginabili per salvare la sua famiglia oppure una leggenda irlandese porta a un dramma familiare tra una coppia di novelli sposi.
I reali incubi dell'umanità
Anche se la serie non sia di un genere che permette di prendersi molte libertà con le proprie fonti, "Lore" riesce a raccontare ottime storie capaci sia di inquietare che di commuovere.
Un buon esempio è il secondo episodio "Eco".
L'episodio parla del dottor Walter Jackson Freeman, medico e neurologo statunitense che negli anni 40 rivoluzionò il mondo della psichiatria con una tecnica drastica e veloce volta a curare definitivamente i sintomi della schizofrenia. Tale tecnica era la lobotomia transorbitale, procedimento controverso che consisteva nel provocare un danno cerebrale mirato attraverso un punteruolo da ghiaccio e un martelletto con l'obiettivo di dare effetti tranquillizzanti definitivi ai pazienti.
Nonostante oggi questa tecnica venga considerata mostruosa e barbarica, all'epoca venne accolta calorosamente e quasi senza obiezioni. Gli autori dell'episodio potevano prendere la strada facile e descrivere il dottore come un mostro senza cuore, invece loro hanno deciso di mostrare Freeman come un uomo con l'unica intenzione di fare del bene al mondo e totalmente devoto al suo trattamento.
Ma la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni, perciò l'episodio racconta sia i danni che i pazienti hanno subito alla lunga che le tragedie personali che Freeman ha vissuto al tramonto della sua carriera.
I limiti delle storie
La serie è un'ottima aggiunta al catalogo di Amazon Prime, ma ha alcuni problemi. Tanto per cominciare è stata pubblicizzata male. Gli spettatori che non conoscevano il podcast originale leggendo la definizione serie antologica horror si aspettavano una cosa in stile "Ai confini della realtà" o "I racconti della cripta" dove il narratore introduceva la storia e partiva un cortometraggio horror di mezz'ora, invece "Lore" è una serie di documentari dove le uniche parti recitate sono quelle necessarie per ricostruire la vicenda.
Un'altra pecca della serie è lo stesso Aaron Mahnke nel ruolo di narratore, che non ha una voce capace di mantenere sempre acceso l'interesse dello spettatore. Nonostante questo "Lore" è una serie capace di appassionare il pubblico con storie che raccontano la potenza che hanno i miti e il folklore sulle persone.