L'uomo è una strana creatura. Non tanto per la sua abilità di utilizzare strumenti, cosa che anche altri animali hanno imparato a fare, ma più per la sua capacità di provare empatia verso altre specie. Nella maggior parte dei casi un animale se vede un altro animale lo vede o come una minaccia o come una fonte di nutrimento. Eppure molti esseri umani riescono a provare sentimenti verso specie che nel migliore dei casi infilerebbero nel forno con le patate mentre nel peggiore dei casi ci troverebbero dei deliziosi ospiti per pranzo. In fondo ognuno di noi ha un amico che tiene a casa un serpente o qualche altro animale strano.

Tale sentimento è particolarmente forte nei docenti e studenti universitari e alcuni animali hanno imparato a sfruttare a loro vantaggio questo sentimento che suscitano in loro, specialmente a Napoli.

Steve Dogs e l'arte del sapersi vendere

Verso l'ora di pranzo nella recente sede dell'Università degli Studi di Napoli Federico II a San Giovanni a Teduccio tra studenti intenti a mangiare pizzette, panini e porzioni di pasta compare una figura marrone a quattro zampe alla ricerca di un buon pasto. Questa figura è il cane battezzato dall'Apple Developer Academy Steve Dogs, sulla falsariga del famoso imprenditore e fondatore della Apple. Come molti suoi compagni di strada, Steve è un cane che appartiene un po' a tutti e un po' a nessuno.

Non si sa dove passi il resto della giornata, ma è risaputo che verso l'ora di pranzo appare puntuale come il migliore degli orologi svizzeri.

Passeggiando tra i futuri sviluppatori Apple e gli studenti di ingegneria informatica, verrebbe da pensare che questo cane possegga elevate conoscenze di codifica e di sistemi. Ma probabilmente il massimo della sua cultura si basa sul cibo e su come procurarselo.

Tuttavia qualcosa da Steve Dogs la si può imparare. Considerando che riesce sempre a ottenere qualcosa da mettere sotto i denti, forse potrebbe dare un paio di lezioni di marketing e sulla fidelizzazione del cliente che nemmeno i migliori imprenditori della Silicon Valley potrebbero immaginare.

I filosofici felini del Suor Orsola

Più numerosa e più indipendente è la colonia di gatti che abita nei giardini dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Diversi studenti dell'università potrebbero raccontare una storia di almeno uno di questi gatti che hanno in un modo o nell'altro ravvivato la giornata passata seguire lezioni e convegni passeggiando tra i banchi o saltando addosso agli studenti cercando di ottenere una qualche carezza.

A differenza del loro collega canino questi gatti hanno altre ragioni per restare al Suor Orsola, molte non legate al cibo. Questa colonia apparteneva originariamente a Silvia Croce, nota intellettuale napoletana e figlia del famoso filosofo Benedetto Croce.

Tra i suoi tanti amori c'era quello per i gatti, tanto che ne possedeva una colonia che alla sua morte è passata al Suor Orsola Benincasa. Da allora i gatti vivono nei giardini dell'università dove passeggiano indisturbati e vengono nutriti dal personale.

Qualcuno potrebbe dire che un'università non è un posto adatto per ospitare dei gatti, ma considerando l'innato atteggiamento filosofico che hanno questi animali si potrebbe dire che non ci sia un posto migliore per ospitarli.