La mnemotecnica è un insieme di pratiche utili per immagazzinare meglio le informazioni nel cervello e si compone di vari espedienti escogitati per aiutare la memoria a ritenere nozioni difficilmente associabili tra loro e riducibili a sistema e che quindi si ricordano con difficoltà. Ma quali tecniche si possono adoperare per potenziare le nostre capacità mnemoniche innate?

Stimolazione celebrale profonda

Tutti ci siamo chiesti, almeno una volta, se fosse possibile aumentare le nostre potenzialità memoniche senza ricorrere per forza a pastiglie o prodotti farmaceutici, dai dubbi effetti positivi. Beh, se la medicina non è ancora in grado di dare una risposta sufficientemente esaustiva, ci pensa la scienza (o comunque ci prova). Un gruppo di neurologi dell'Università della Pennsylvania e della Thomas Jefferson han condotto un esperimento su 25 pazienti epilettici riuscendo a migliorare le loro capacità celebrali del 15%. I risultati non soddisfano tuttavia i ricercatori in quanto si tratta di una tecnica molto invasiva, vista la necessita dell’inserimento nel cervello di elettrodi, e che può portare a dibattiti legati alla pericolosità del metodo e alla sua eticità; inoltre, ricordano gli scienziati, il campione sperimentale è troppo basso per poter concludere con certezza la validità dello studio.

Palazzo della memoria

Sherlock Holmes, il noto investigatore nato dalla penna di Doyle, è famoso per la sua abilità nel mettere in relazione ogni nuovo caso con quelli precedenti, per trovarne similitudini e analogie. Ma è tutto un’invenzione dello scrittore scozzese o c’è qualcosa di vero? Il trucco del palazzo della memoria (utilizzato dai migliori memorizzatori del mondo), era noto già ai retorici grechi e latini, ed è una strategia che permette, con un po’ di allenamento, di raddoppiare se non triplicare la capacità di rievocazione delle informazioni. La leggenda fa risalire questa tecnica a Simonide di Ceo (550 a.C.), il quale, dopo essere scampato al crollo di un palazzo in cui era stato poco prima per un banchetto, diede un contributo fondamentale nel riconoscere i corpi dei commensali sfigurati ricordandosi la posizione esatta rispetto a dov’erano collocati nel convivio.

La tecnica, in breve, utilizza la visualizzazione di elementi per ricordare le informazioni elaborate collegandole ad elementi di un percorso immaginario, ma concreto, che si compie con regolarità; ripercorrendo poi il tragitto mentalmente si riuscirebbe a rievocare il ricordo semplicemente fissandosi sull'oggetto a cui era collegato.

Sesso

Cosa ci può essere di meglio del farsi impiantare elettrodi nel cervello o del costruirsi un palazzo della memoria per migliorare le nostre abilità cognitive? Ovviamente il sesso! Sono noti già da tempo i benefici che questa pratica porta all’essere umano, ma può aiutare anche alla memoria? Uno studio dell’Università del Maryland ha dimostrato come le prestazioni cognitive nei topi migliorassero se sottoposti a una continua attività sessuale.

Tutto ciò è permesso dalla neurogenesi dell’ippocampo, ossia dalla produzione di nuovi neuroni. Se il sesso porta questi benefici ai topi, è probabile che anche a noi faccia un effetto analogo; attenzione però, perché il sesso potrà anche aiutare, ma non fa miracoli, e un 30 al prossimo esame non arriverà di certo facendo “ginnastica” a letto!

Pisolino post studio

Cosa fare dopo aver studiato? Gli scienziati ti consigliano di dormire: le ricerche, infatti, dimostrano come il consolidamento della memoria avvenga quando si è dispersi nelle profondità dell’inconscio. La fissazione di un ricordo avviene grazie alla collaborazione di due aree del cervello: la corteccia e l’ippocampo, e, al contrario di come si possa pensare, avviene maggiormente quando il nostro cervello trasmette onde lente ossia quando attraversa una parte della più ampia fase del sonno Non-REM.

Tutto ciò è dimostrato con l’applicazione di una corrente transcranica ad alte o basse frequenze durante il sonno, e quest’ultime hanno mostrato un miglioramento nella memorizzazione di un esercizio svolto prima di andare a dormire.