La musica è musica, e la vita senza di essa è come un corpo senz'anima. Parole di Cicerone. Nel XXI secolo, la musica è ormai ovunque e ci segue dappertutto anche senza volerlo. Basta entrare in un bar per sentirla come sottofondo trasmessa da una radio, oppure passeggiare per strada per notare un automobilista che l'ascolta con il volume al massimo, o per imbattersi in qualche talentuoso artista di strada che richiama la nostra attenzione. Ma ciò può accadere anche quando siamo in casa e abbiamo un vicino appassionato di metal.

Con l'avvento della tecnologia, è possibile portare la musica ovunque, con numerosi brani contenuti in un chip o in un paio di cuffie.

Ci sono persone che farebbero follie per i biglietti di un concerto, o per una foto con il loro artista preferito e, perché no? Anche per un suo ciuffo di capelli.

Secondo alcuni, però, non bisogna limitarsi solo ad ascoltare la musica, anche se farla è un arte in cui non tutti sono capaci. Inoltre c'è anche chi non la sopporta o chi non sa tutto di essa. Ecco, dunque, 5 cose che non tutti sanno sulla musica, ma che ogni buon vero appassionato dovrebbe sapere

La musica: quando, dove e perché nasce?

La scienza che studia la storia della musica è la musicologia, e le teorie principali sulle sue origini sono fondamentalmente due, basate una sul ritmo e l'altra sulla melodia. Jeremy Montagu dell'Università di Oxford, in un saggio redatto nel 2017 spiega che la musica nasce anche prima della parola.

A questa sua teoria, basata sullo studio del cranio e di antichi reperti archeologici, se ne aggiungono altre precedenti più o meno concordi. Herbert Spencer, ad esempio, diceva che la musica deriverebbe dal linguaggio parlato.

Per Charles Darwin, deriva dai canti per l'accoppiamento dell'uomo, scaturiti dall'imitazione dei suoni animali.

Secondo Carl Stumpf, invece, la musica nasce dalla necessità di produrre segnali con la voce, mentre per Karl Bucher e Richard Wallaschek deriva tutto dal ritmo, sottofondo per lavoro e rituali presso le prime comunità tribali.

Quello in cui sembrano essere tutti d’accordo è che la musica, la sua nascita e la sua evoluzione siano state dettate da una necessità ma anche da spontaneità: cresciuta come la vita di una pianta rampicante sull'albero genealogico dell'uomo.

Qualcosa che nasconde, per molti, ancora oggi qualcosa di magico, misterioso e anche spirituale, non solo note e timpani.

Affetti da musica ed effetti

Amusia, si chiama. Amusico chi ne è affetto, ovvero chi non riesce a distinguere i vari generi e non riesce a farsi toccare ed emozionare dalle note. Esiste un test MBEA per capire se ne si è colpiti, anche perché amusici si nasce e lo si diventa. Non esistono altre patologie "musicali" se non la distonia dei musicisti che emerge quando, ripetendo lo stesso movimento per anni, si possono riportare dei problemi motori che impediscono anche di suonare e quindi di proseguire la propria carriera professionale.

Per il resto, la musica ha diversi effetti benefici, a partire dalla ninna nanna per un neonato, passando per un pezzo rock per aiutare ad alleviare il Parkinson.

Inoltre non bisogna dimenticare i risultati che si ottengono nello sport e nello studio con la sinfonia giusta. Tutti sanno che la musica classica, tra le più antiche ed elaborate (e non sempre apprezzata da tutti), è perfetta per rilassarsi e studiare, ma non tutti sanno che non è d'aiuto solo per gli esseri umani. Secondo uno studio dell'Università del Queens, essa avrebbe dei risvolti positivi anche su animali come cani e gatti. Anzi, alcuni artisti come Felix Pando hanno realizzato dei CD esclusivamente per i nostri amici a quattro zampe, e se non ci credete, potete recarvi ad uno dei tanti live dedicati proprio a loro.

Ad esempio, pare che agli orango piacciano Caruso e lo swing. Le mucche, invece, andrebbero matte per Vivaldi e le sue "Quattro Stagioni".

Mozart cullerebbe anche ortaggi e verdure, migliorando qualità e quantità di interi raccolti, infatti in Canada questa tecnica viene utilizzata molto spesso.

Rissa a teatro?!

Qualcuno conosce un "certo" Stravinskij? Sicuramente lo avrete sentito nominare almeno una volta, in qualche film come "Fantasia" di Walt Disney, oppure anche a scuola o a teatro. Gli amanti della musica classica che lo conoscono, sanno che il compositore di origini russe ha completamente reinventato l'arte del balletto, ma non tutti sanno che, alla prima del balletto, il 29 maggio 1913 al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, si scatenò una delle più famose risse nella storia della musica, proprio a causa di un'opera controversa e troppo all'avanguardia per i tempi.

La musica di Stravinskij, infatti, nuova alle orecchie degli spettatori, aveva scatenato i loro istinti primordiali, aumentandone il battito cardiaco a tal punto che i fischi e le grida avevano iniziato a scrosciare sull'orchestra ancor prima della conclusione del primo atto. Alla fine dell'opera, a causa dell'eccessivo nervosismo del pubblico, il compositore venne scortato fino a casa per evitare che fosse aggredito dai suoi fan imbestialiti. C'è anche chi sostiene che, durante le prove, i musicisti ridessero imbarazzati nel suonare quella musica tanto strana, che a loro sembrava così fuori tempo. Ora l'opera è un grande classico.

Gli alieni arriveranno cantando "Johnny Be Good"

Una delle domande che si sono posti molti scienziati, ma anche appassionati di musica e astronomia, è se esista o meno musica nello spazio.

Per loro, e per dare un pizzico di serenità a chi si è posto almeno una volta nella vita quest'interrogativo, si può rispondere Sì! Infatti, dal 16 novembre 2017, c'è della musica che viaggia nel cosmo.

Il METI, gruppo che cerca di rintracciare segnali di vita nello spazio, il Centro di studi spaziali per la Catalogna e il Sonár (che proprio nel 2018 compie il suo venticinquesimo compleanno), hanno collaborato al progetto Sonár Calling GJ273b, mandando tramite EISCAT, un telescopio posto in Norvegia, un messaggio contenente oltre ad un saluto e spiegazioni sulle modalità d'invio del messaggio, anche musica vera e propria verso uno dei pianeti su cui è stato scoperto che potrebbe esserci vita.

Anche se sparsa nel cosmo, ora sappiamo che la musica c'è: un tentativo simile era già stato fatto nel 1977, quando la NASA lanciò le sonde Voyager 1 e 2, incorporandovi il Voyager Golden Record, un disco d'oro con incise, oltre a nozioni sull'uomo e sula sua natura, la posizione della Terra e saluti di cortesia in varie lingue, anche brani musicali di diverso tipo nello spazio, con l'intenzione di raccogliere informazioni sul sistema solare e quello che c'è fuori da esso.

Musica per sordi

Se diciamo musica per sordi, sappiate che da oggi non è più una metafora, né tanto meno un ossimoro o solo un sogno lontano. Nel corso degli anni, sono stati avviati numerosi progetti per abbattere questo tipo di barriere, a partire dall'iniziativa di introdurre un interprete ai concerti su richiesta (d'obbligo negli Stati Uniti).

È necessaria prima una piccola introduzione, ovvero che nessuno è completamente sordo. C'è chi sente solo i bassi e chi gli acuti, o chi percepisce più o meno le vibrazioni. Non tutti sanno che esiste musica studiata proprio su questo tipo di informazioni, e da cui è stata concepita e assemblata "VibesTunes", una particolare applicazione che permette anche ai non udenti di ascoltare musica attraverso l'emissione di vibrazioni e la percezione tattile dallo smartphone, in modo che anche i sordomuti possano intuire di una canzone la melodia, le diverse note e i vari ritmi che la compongono. L'app, lanciata nel 2013, è scaricabile per dispositivi Android, e ad oggi ha riscosso un buon successo. Inclusa con l'applicazione la nona sinfonia di Beethoven, adattabile a qualsiasi tipo di brano.