Sciacca è una bellissima città marinara, turistica e termale, ricca di monumenti e chiese che è conosciuta in tutto il mondo per il carnevale e le opere artigianali in ceramica.

Il noto arabista saccense mons. Giuseppe Sacco afferma che il termine 'Sciacca' deriva dalla radice 'sh-q-q' che possiede il significato di 'separare, dividere o fendere'. Questo centro urbano possiede questa terminologia perché, fin dalla dominazione musulmana, segnò il confine che separava i due distretti: Marsala e Girgenti.

Altri importanti studiosi ritengono che questa terminologia derivi da una stramba parola araba che significa 'bagno' in riferimento alle terme della città oppure per il culto dell'antica divinità siriana "Shay' Al-Qawm".

In provincia di Agrigento sorge una meravigliosa cittadina di nome Sciacca che conserva numerosi monumenti e chiese che la rendono unica al mondo. Questa centro è conosciuto in tutta la Sicilia anche per il Carnevale e per le ceramiche.

Incorniciata sulla costa del Canale di Sicilia, tra le foci dei fiumi Platani e Belìce, la città si affaccia al mare tramite un lungo sperone (Coda di Volpe). Sciacca è un vero e proprio anfiteatro sul mare a mezzogiorno della Sicilia – di fronte all'isola di Pantelleria e Tunisi – a metà strada tra le rovine di Selinunte, Eraclea Minoa e Agrigento.

Il Maestro del tufo: Filippo Bentivegna

Il patrimonio artistico-culturale è composto anche da bellezze naturalistiche.

Alle falde del Monte Kronio sorge un giardino composto da numerosissime opere scultoree che rappresentano i volti (circa un centinaio) in varie dimensioni realizzate da Filippo Bentivegna in tufo. Quest’ultimo nacque nel 1888 e morì nel 1967 che si trasferì ben presto in America ma dopo poco tempo subì un grave trauma cranico e dovette tornare in Italia.

Il misterioso Giardino Incantato delle Teste

Quando si stabilì a pianta stabile a Sciacca fu ritenuto pericoloso e gli fu concesso di acquistare un appezzamento di terreno nel quale si ritirò per realizzare il Giardino Incantato delle Teste. La materia che volle utilizzare fu il tufo e decise di imprimere vari stati d’animo e sentimenti.

Alcuni volti sono tristi altre felici oppure bifronti che rendono il visitatore a volte inquieto. Se raggruppate danno vita ad esemplari ancestrali. Basti pensare che le teste sono perlopiù 3000 e furono ”battezzate” con i nomi di Garibaldi, Mussolini, Pirandello o Dante.

Alcuni personaggi rappresentati sono sinuosi e piramidali e ricordano, in base all’angolazione, le sagome delle opere di Gaudì a Barcellona. Oggigiorno il Giardino di Bentivegna è sistemato in un percorso espositivo che si conclude nella sua casa in pietra dove viveva da solo.