Dante Alighieri è unanimemente considerato il "Sommo Poeta", nacque a Firenze nel 1265 e morì a Ravenna nel 1321 e la sua fama vive ormai da sette secoli. Ma ci sono diverse curiosità su lui che molti non sanno.
Non si chiamava “Dante Alighieri”, e la sua Commedia non era “Divina”
Il suo nome originale era Durante Alagherii de Alagheriis. “Dante” era utilizzato più come una forma abbreviata di Durante. E' stato Boccaccio a tramandare il suo genio con il nome di Dante Alighieri, ed è stato sempre Boccaccio a denominare la sua Commedia “divina”, perché mastodontica e colma di riferimenti religiosi.
Forse era affetto di epilessia o narcolessia
Chi ha studiato la Divina Commedia si è reso conto che Dante sviene durante la narrazione. Spesso si pensa che questo sia soltanto un espediente letterario per creare emozioni, ma un celebre antropologo, Cesare Lombroso, vissuto nell'Ottocento ha ipotizzato che i continui svenimenti potessero essere causati da una forma di epilessia. Un'altra ipotesi vuole che Dante avesse spesso necessità di riposo e accusasse spesso della stanchezza fisica, che sono appunto sintomi della narcolessia.
Possedeva una memoria portentosa
A testimonianza della sua memoria di ferro c'è un piccolo aneddoto che dimostra di quale mente prodigiosa avesse. Un giorno un uomo, per testare le qualità della sua memoria gli chiese: “Qual è il boccone più buono?”, e Dante rispose “L'uovo.” Molto tempo dopo, lo stesso uomo incontrandolo nuovamente gli domandò: “Con cosa?” e il poeta rispose “Con il sale” dimostrando così di ricordare a distanza di diverso tempo senza la benché minima difficoltà.
Il matrimonio più o meno infelice con Gemma
Già da ragazzino, Dante viene promesso in sposo a Gemma Donati, una ragazza che Boccaccio descrive molto negativamente nel suo Tratterello. Tuttavia sembra che i due coniugi andassero abbastanza d'accordo nonostante le divergenze. Anche se ovviamente, sappiamo tutti che Dante non aveva occhi che per Beatrice.
Combattente a cavallo: Dante cavaliere
Dante ha preso parte ai combattimenti delle guerre aretino-pisane. Dunque è facile supporre che fosse un cavaliere, o più precisamente un combattente a cavallo. Nella Divina Commedia infatti sembra essere perfettamente a conoscenza di nozioni di battaglie e di numerosi luoghi non solo italiani. Probabilmente apparteneva al reparto dei feditori, ovvero quei cavalieri armati in modo leggero, circondato da nobili.