Il sushi, piatto tipico della tradizione giapponese, è da alcuni anni, ormai, entrato nell'alimentazione di molte persone anche in Occidente e in Italia.
Oltre alle varie rivisitazioni all'occidentale, i ristoranti giapponesi che offrono questo tipo di pietanza, sono aumentati in maniera esponenziale nel corso degli anni. Fra i consumatori vi è però anche chi rimane ancora piuttosto diffidente riguardo alla qualità e alla freschezza del pesce.
Il sushi, infatti, è un piccolo bocconcino con del pesce crudo che richiede molta cura nella preparazione. Il pesce deve essere conservato in modo ottimale, non solo per impedire la proliferazione dei batteri, ma anche per garantire al cliente un alimento fresco e di ottima qualità. Per provare a evitare questi problemi, esistono cinque modi per riconoscere un sushi fresco e di qualità da uno invece mediocre.
L'aspetto del pesce
La prima cosa da fare quando si mangia il sushi è osservare l'aspetto del pesce. Se è fresco, la carne apparirà lucida e non opaca, quindi sarà senza dorature ai bordi.
L'odore del pesce
L'odore è fondamentale per capire se il pesce usato è di qualità oppure no. L'eventuale odore sgradevole è il primo segnale dell'inizio dell'attività di decomposizione.