Autodifesa. Tutti ne parlano, ma che cosa è? "L'autodifesa non inizia con lo scontro fisico, ma con la precauzione di evitare persone e luoghi pericolosi, facendo in modo di non diventare un bersaglio". Sempre più donne, ogni giorno, diventano vittime di rapinatori e purtroppo anche stupratori. Alla vigilia dell'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, abbiamo deciso di parlarvi dei corsi di "Sicurezza Donna" che stanno istituendo in tutti i comuni d'Italia e anche in alcune scuole. Corsi che consistono in una parte teorica e in una pratica.

Nella parte teorica, inizialmente, spiegano l'importanza della comunicazione non verbale e, quindi, dell'atteggiamento che bisognerebbe assumere in strada. Daniele Rossi, istruttore esperto, ci racconta che bisognerebbe trasmettere all'avversario il seguente messaggio: "non sono vittima". Ma come? Con un atteggiamento attento, ma non spaventato, sicuro, ma non aggressivo, deciso, ma non intimidatorio. Inoltre, vengono tenuti in considerazione ogni aspetto psicologico (la pressione di subire un attacco che si ripercuote anche a livello somatico) e soprattutto l'aspetto tecnico della difesa personale, ovvero come e dove bisogna colpire: occhi, naso, genitali e gola (i punti più delicati del corpo umano).

Per quanto riguarda la parte pratica ci si concentra in primis sul fattore fisico, partendo dal fatto che una donna non potrà mai essere forte come un uomo. Vengono, così, attuati degli esercizi con dei graduali aumenti di difficoltà per inoculare lo stress progressivo che funge da cardine per l'allenamento. Anche se è un corso prettamente rivolto alle donne, gli uomini possono partecipare, ma solo per recitare la parte degli "aggressori" in modo da poter abituare le allieve alla presenza di uomini di qualsiasi stazza e forza.

L'Italia, purtroppo, è il paese dell'Unione Europea con il tasso più elevato di reati violenti contro le donne. Tutto ciò, secondo Daniele, può essere determinato in parte da un fattore culturale che ci portiamo dietro dal secolo scorso. Basta ricordare che, negli anni '60, era ancora possibile depenalizzare l'omicidio d'onore.

Se un uomo, quindi, trovava la moglie con un altro uomo poteva ucciderla e ricevere solamente una lieve pena. Negli anni '80 le cose non sono andate migliorando, visto che lo stupro verso una donna non era considerato un reato contro la persona, ma solamente contro la morale. Tutto ciò ci lascia sgomenti. Per non parlare della legge che regola lo Stalking, finalmente introdotta, ma ancora inefficace.

Si spera che tutte queste iniziative possano far aprire gli occhi a molti perché nulla è perduto e siamo ancora in tempo per migliorare. Come disse Isaac Asimov: "La violenza è l'ultima risorsa degli incapaci", quindi uniamoci tutti e salviamo la nostra società per noi e per i nostri figli, ma soprattutto per le nostre figlie e future donne, dirette interessate.