L’assemblea generale ONU con risoluzione nr. 54-134 del 1999 ha scelto la data del 25 novembre come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Pertanto su tutto il territorio nazionale intorno a tale data si concentrano incontri e dibattiti per sensibilizzare le diversità ed aiutare le comunità a contrastare la “cultura” della violenza.

Al Alberobello come in altre realtà del comprensorio l’incontro si è svolto il 23 novembre nella sala consiliare “G. De Santis” organizzato dal CAV (Centro Anti Violenza “Andromeda”) con sede a Noci a cui possono fare riferimento tutte le Donne dell’Ambito Territoriale di Zona.

Ai saluti istituzionali del Sindaco Michele Maria Longo e dell’assessore ai servizi sociali Giuseppe Ricci, si sono susseguiti autorevoli interventi: La dott.ssa Antonia Cairo, della Comunità “San Francesco” di Ugento (LE) ha illustrato le attività del CAV; l’avv. Filomena Zaccaria, legale del CAV, ha esposto in modo chiaro e diretto i vari tipi di violenza, le difficoltà che si incontrano e l’aiuto che il Centro può garantire alle vittime; la Dott.ssa Anna Dellarosa, neuropsichiatra infantile ASL BARI, che fa parte dell’equipe “Abuso e Maltrattamento” del piano sociale di zona, una figura nuova ma importante nella rete di aiuti perché oltre alle Donne, chi risente dei vari tipi di violenza sono i minori

La dott.sa Giulia Lacitignola è intervenuta come responsabile del Piano di Zona illustrandone tutti i servizi offerti dall’ambito territoriale.

Per ultimo, ma non meno importante, l’intervento della Dott.ssa Lia Cupertino, assistente sociale del Comune di Alberobello che dà un importane aiuto alle molteplicità dei problemi e dei casi che le vengono sottoposti.

Da tutti questi interventi comunque emersa la necessità di lavorare sull’aspetto culturale per contrastare la violenza verso l’altro sesso e soprattutto non concepire l’altro una proprietà.

Cosa si intende per violenza? Ci sono vari tipi di violenza che non sono necessariamente fisiche ovvero: psicologiche ed economiche che portano all’esasperazione.

Spesso quando una vittima ha il coraggio di chiedere aiuto alle Forze dell’Ordine non sempre ci si trova dinanzi persone sufficientemente preparate, spesso si trovano poliziotti o carabinieri che colpevolizzerebbero la vittima con frasi “tanto non c’è sangue”. Si parla tanto di prevenzione, si coniano tanti slogan ma effettivamente l’unico supporto, nonostante i tempi burocratici, è oltre alla propria forza, l’aiuto dei CAV e dei Servizi Sociali.