Gli stranieri residenti in Veneto rappresentano una vera risorsa economica. Il popolo degli immigrati, composto da 247mila lavoratori (l’11,6% del totale degli occupati), denuncia al fisco 4,8 miliardi di Euro (pari al 6,8% del totale dichiarato), pagando 600 milioni di Euro di Irpef (pari al 4,9% del totale dell’imposta netta).

È quanto emerge dal Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione 2012, realizzato dalla Fondazione Leone Moressa e patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero degli Affari Esteri.

Imprenditori stranieri in Veneto

Sono 39mila gli imprenditori stranieri concentrati soprattutto nei settori delle costruzioni (34,1%), del commercio (27,0%) e dei servizi alle persone (13,3%). Tra le prime nazionalità ad avviare una propria attività nel Veneto spiccano i cinesi (13,7%), i rumeni (12,2%) e i marocchini (9,4%). È bene sottolineare che le aziende condotte da stranieri producono il 6,4% del Pil del Veneto.

I guadagni dei lavoratori stranieri

Un dipendente straniero, nella regione, guadagna al mese una cifra netta di 1.048 Euro, 250 Euro in meno rispetto al collega italiano. Nella regione italiana sono complessivamente 377mila contribuenti nati all’estero (dati riferiti ai redditi del 2010) che dichiarano 4,8 miliardi di Euro.

Tradotto in termini relativi, si tratta del 10,5% di tutti i contribuenti e del 6,8% del reddito complessivo dichiarato in Veneto. Gli stranieri dichiarano mediamente 12.837 Euro (ottomila in meno rispetto agli italiani) e sono quasi esclusivamente redditi da lavoro dipendente. Nel 2010 i nati all’estero hanno pagato di Irpef 644 milioni di Euro (pari al 4,9% dell’intero Irpef pagato a livello nazionale) che si traduce in 2.591 Euro a persona.

 

Dal Veneto partono, ogni anno, 499 milioni di Euro in rimesse (989 Euro pro capite) verso i Paesi di provenienza degli immigrati che risiedono sul territorio. Queste costituiscono il 6,8% del totale delle rimesse inviate dall’Italia.

Le difficoltà economiche

La considerevole porzione della popolazione straniera subisce gli effetti negativi della crisi (il tasso di disoccupazione straniero in Veneto è passato dall’8,9% del 2008 all’10,2% del 2011, raggiungendo 28mila immigrati senza lavoro).

A livello nazionale gli stranieri mostrano livelli di povertà elevati (il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà), con retribuzioni inferiori di oltre 300 Euro rispetto ai lavoratori italiani.

Il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà (dati 2010), contro il 12,6% delle famiglie italiane. Il reddito percepito permette di risparmiare appena 600 Euro all’anno, dal momento che i consumi pareggiano quasi le entrate familiari. Entrate che provengono per il 90% da lavoro dipendente e che sono destinate, tra le altre cose, al pagamento dell’affitto, dal momento che appena l’13,8% delle famiglie straniere è proprietaria dell’abitazione di residenza.

Le famiglie straniere dichiarano maggiori difficoltà economiche rispetto a quelle italiane (dati 2009): il 21,6% afferma di arrivare a fine mese con molta difficoltà (contro il 14,5% di quelle italiane), il 23,4% è stata in arretrato con il pagamento delle bollette (vs 8,2%), il 60,1% non è in grado di sostenere una spesa imprevista di 750 Euro (vs 31,4%) e il 53,6% non può permettersi una settimana di ferie (vs 39,2%).

«Nonostante il periodo di crisi - afferma il Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM, José Angel Oropeza - nessuno può negare il contributo economico che gli immigrati danno all’Italia e allo sviluppo del Paese. La migrazione è un fenomeno epocale che riguarda tutto il mondo e di fronte al quale è necessario che i governi scelgano cosa fare: adottare una politica di chiusura o promuovere una politica di apertura.

È opportuno riconoscere il ruolo delle migrazioni come parte integrante dell’economia mondiale, senza tralasciare la presenza dei migranti, essenziali per la piena ripresa dalla crisi economica contemporanea».