Amatrice è sotto la neve in seguito alla perturbazione che sta coinvolgendo tutta l'Italia durante questi ultimi giorni di febbraio 2018. Nella zona che comprende Amatrice, Accumoli e altre località colpite dal Terremoto iniziato il 24 agosto 2016, sono presenti circa 30 centimetri di neve. È un forte disagio che si aggiunge ai ritardi della ricostruzione delle abitazioni della popolazione residente dopo il recente terremoto che ha interessato Amatrice, Norcia e Visso, tre località situate nel Centro Italia.
Le scosse sismiche cominciarono a stravolgere i territori nei primi giorni di agosto 2016, in piena estate, con diversi epicentri individuati tra l'alta Valle Del Tronto, i Monti Sibillini, i Monti della Lega, i Monti dell'Alto Aeterno.
Oggi aumentano dunque senza tregua i disagi per gli abitanti e si complica la vita delle persone costrette a vivere in una costante emergenza, la quale non trova una risposta adeguata e tempestiva da parte delle Istituzioni. Forti e preoccupanti ritardi riguardano inoltre la ricostruzione delle abitazioni ed è necessario trovare soluzioni opportune in maniera rapida.
La popolazione
Cresce l'allarme sociale da tenere in debita considerazione proprio in virtù della situazione vissuta dagli abitanti di Amatrice. Dopo aver subito ripetute scosse di terremoto, queste persone hanno perso la propria casa senza essere stati assistiti con tempestività. Le quotidiane segnalazioni dei residenti al centro operativo comunale di Amatrice testimoniano la complicata situazione delle persone, rallentando la ripresa delle attività economiche.
Tutto ciò si ripercuote sugli aspetti sociali di una popolazione costretta a vivere il presente, senza avere la possibilità di programmare la propria vita nè di pianificarne alcun aspetto. La normalità per questa gente ha ormai cessato di esistere.
Il valore sociale
Per una migliore comprensione del tessuto sociale è bene sottolineare che l'ulteriore emergenza è dovuta ai lunghissimi tempi che sta richiedendo la ricostruzione.
La disperazione di chi perde la propria casa è uguale per tutta la popolazione. Per una persona di ottanta anni i tempi e le esigenze psicologiche sono diversi da quelli di un ragazzo di trenta anni: il primo spera di lasciare ai propri familiari un'abitazione e non soltanto macerie, il secondo ha bisogno di un lavoro immediato per riprendere la propria esistenza ed affrontare la ricostruzione.
Questi elementi caratterizzano il difficile lavoro psicologico che accompagna la ricognizione delle case e delle attività da ricostruire. Quello dell Istituzioni dunque è un sostegno fondamentale per evitare che il disagio si trasformi in malattia o addirittura in disperazione. Il disturbo post traumatico si fa lentamente strada e insieme alla depressione consapevole può agire in maniera diffusa quasi come una epidemia. La speranza dunque è che l'emergenza meteo rientri al più presto e che ad una miglioria delle condizioni climatiche faccia subito seguito una fervente ripresa dei lavori di ricostruzione dei centri colpiti dal terremoto non più tardi di qualche mese fa.