E’ arrivata la condanna per quattro colossi bancari dopo ben 100 udienze, un dibattimento iniziato nel maggio 2010 e un’inchiesta partita nel 2008 . Il giudice monocratico Oscar Magi condanna i 4 big del credito internazionale Depfa e Deutsche Bank, JP Morgan e Ubs per truffa ai danni del Comune di Milano, in base alla legge 231 del 2001 quella cioè La sentenzarelativa alla responsabilità penale delle società e per la contrattazione di uno swap trentennale che dal 2005 si estendeva fino al 2035 su un bullet bond da 1,68 miliardi.

Il contratto è una forma di rinegoziazione del debito molto usato dagli enti locali molto almeno fino allo scandalo avvenuto al comune di  Milano,il prodotto è ad alto rischio ed è stato considerato dall’accusa un’operazione così «opacamente condotta» perché  trae in inganno l’ente locale e procura alle banche un «guadagno immediato». Il giudice parla di«Profitto illecito» che dalla stipula del contratto e alle successive ricontrattazioni ha portato nelle casse delle 4 banche oltre 100 milioni di euro.

La sentenza quindi accoglie in pieno quanto ipotizzato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo, i quattro istitutivi credito sono condannati ciascuno ad una multa di un milione di euro, e per tutte è stata prevista anche la confisca di 89 milioni e 672mila euro (23 milioni 960 mila a Depfa, 24 milioni e 342mila a Deutsche, 24 milioni e 785mila a JP Morgan, 16 milioni e 584 mila a Ubs).

Tutto denaro che torna nelle casse dello Stato e non più al Comune di Milano visto che il 22 marzo Palazzo Marino ha ritirato la sua costituzione di parte civile perché coinvolta in una transazione questa volta per fortuna assai vantaggiosa che porterà nelle casse comunali circa 450 milioni di euro subito (più l’estinzione del contratto derivato), ma che, fra fondi depositati in Bpt e proventi pagati nel corso di vita del titolo fino al 2035, diventeranno circa 700 milioni.

La condanna coinvolge anche i funzionari 11 in tutto delle rispettive banche che si occuparono di trattare la vendita del derivato ad 9 di loro sono state comminate pene che vanno dagli 8 mesi e 15 giorni ai 6 mesi, col beneficio della condizionale gli altri 2 invece sono stati assolti cosi come i funzionari comunali che si seguirono le trattative.