Prima è schizzato fino a 360 punti, a causa dell’annuncio delle dimissioni del premier Mario Monti e del ritorno di Silvio Berlusconi, ieri però, dopo le voci su una probabile candidatura dello stesso Monti nel 2013, è sceso di nuovo, fino a toccare quota 330 punti. Le oscillazioni dello spread di questi giorni stanno tenendo con il fiato sospeso mercati, investitori e analisti e di certo il suo sali-scendi crea diversi movimenti per quanto riguarda mutui, prestiti e conti pubblici.

Nel secondo trimestre 2012 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione d’ipoteca immobiliare hanno registrato un crollo annuo del 41,2%.

E con lo spread in rialzo la situazione non sembra poter migliorare. L’aumento del differenziale, infatti, ha conseguenze non solo sulle finanze pubbliche, ma anche su quelle di famiglie e imprese, perché fa aumentare anche i tassi dei mutui e prestiti loro erogati.

Anche le imprese subiscono le conseguenze negative di un rialzo dei tassi dei BTp, in quanto sono costrette ad offrire un premio più alto sui mercati dei capitali (o alle banche) per finanziarsi. E così il divario dei rendimenti tra imprese italiane e straniere penalizza le nostre, sottoposte a un costo maggiore e le rende meno competitive. A ciò si aggiunge il fatto che il credito erogato alle imprese italiane è in forte calo. Sempre più aziende fanno fatica a ottenere prestiti bancari.

Altre hanno smesso di chiederli a fronte di tassi d’interesse troppo alti. Intanto, per quanto riguarda i dati macroeconomici, l’Istat ha diffuso la stima preliminare del Pil, confermando il crollo della crescita economica del paese dopo 13 mesi di governo Monti.