Dopo che il Parlamento ha bocciato il piano di prelievo forzoso imposto dall'Ue, nella giornata di oggi il ministro delle Finanze Michael Sarris è volato a Mosca per chiedere aiuti.

Intanto è stata chiesta una proroga di 5 anni per un prestito di 2,5 miliardi di euro in scadenza per il 2016. Poi ha chiesto alla Russia un ulteriore prestito di 5 miliardi di euro .

I colloqui tra il cipriota Sarris e Anton Siluanov, viceprimo ministro e stretto collaboratore di Putin non hanno per ora portato a nulla di definitivo, tanto che è stata annullata la conferenza stampa che doveva svolgersi al riguardo.

C'è da tenere presente che nelle banche cipriote i russi tra imprese e conti privati hanno depositato una cifra pari a trenta miliardi di dollari. Non sono ovviamente disposti a vedersi sottrarre quel 9,9% che la Ue avrebbe imposto.

Le trattative proseguiranno nei giorni successivi, ma il ministro dell'energia cipriota , Gorge Lakkotryp ritiene che i russi potrebbero avanzare in cambio di concessioni di denaro i diritti di esplorazione di giacimenti di gas davanti all'isola e l'ingresso quasi da padroni nelle banche cipriote.

Certamente la richiesta di prelievo forzato sui conti correnti crea un precedente pericoloso, e mette in forse il principio stesso di sacra e inviolabile proprietà.

Per il resto come al solito l'ingresso di enormi quantità di denaro la cui provenienza era malavitosa ha reso l'economia dell'isola molto precaria. Nessun controllo è stato fatto e questo ha provocato la messa in crisi del sistema.