La TARES (Tariffa Rifiuti e Servizi) è un nuovo tributo introdotto dal governo con il decreto legge "salva Italia" di Monti (n. 201 del 2011) che ha preso il posto della TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e della TIA (tariffa di igiene ambientale).

E' entrata in vigore il primo gennaio 2013, ma ancora in fase di discussione da parte del governo e del parlamento.

Dovrà essere versata da chiunque possieda immobili che producono rifiuti, in relazione alla superficie degli immobili stessi ed al numero di persone che vi abitano.

Cosa cambia. Con le precedenti tasse sui rifiuti, gli introiti coprivano il 70-80% dei costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti, la restante parte veniva compensata dai trasferimenti statali ai comuni. Con l'introduzione della TARES, invece, i comuni dovranno coprire per intero sia i costi del servizio rifiuti, sia di altri servizi come le spese per l'illuminazione pubblica, per la polizia municipale, per il personale degli uffici amministrativi. Ovviamente questo comporterà un aumento, stabilito di almeno 30 centesimi al metro quadro (che i comuni possono alzare fino a 40) rispetto alle imposte precedenti.

Per calcolare l'ammontare della TARES si considera il valore medio di produzione dei rifiuti (determinato con criteri statistici).

Sulla base di questo indicatore, si calcola un coefficiente che viene rapportato all'80% della superficie dell'immobile, stabilendo così il totale da pagare. A questa cifra saranno poi aggiunti almeno 30 centesimi a metro quadro che rappresenteranno l'ammontare finale del conguaglio di fine anno.

Come funziona. Per capirne meglio il meccanismo in questo anno di transizione, riportiamole parole del sottosegretario alla presidenza del consiglio Antonio Catricalà, «nel 2013 resta in piedi il meccanismo della Tarsu per le prime due rate: si pagherà quanto pagato l'anno scorso e non ci saranno sorprese.

Il bollettino sarà inviato dalle amministrazioni. Sull'ultima rata ci potrà essere un conguaglio».

Le prime due rate verranno quindi stabilite dai Comuni che manderanno a casa il relativo bollettino con il quale pagare negli sportelli o tramite i servizi Internet delle banche, a maggio e settembre. Il conguaglio, che riguarderà appunto l'aumento previsto dei 30 centesimi/mq si pagherà a dicembre e verrà versato direttamente allo Stato o con un bollettino postale apposito o con il modello F24.

Si calcola che ciò farà incassare allo Stato circa un miliardo di euro.

Secondo le stime di Confcommercio, l'imposta costerà 20-40% in più per le famiglie, almeno il 60% in più per la categoria dei commercianti, con picchi per alcune categorie (170% in più per i distributori di benzina, 370% in più per i bar, fino a 550% per i ristoranti.

Ciò calcolando che a dicembre si dovrà pagare anche il saldo dell'IMU (Imposta Municipale Unica), il conguaglio dell'IRPEF (l'imposta sul reddito delle persone fisiche) e il secondo acconto dell'IRES (l'imposta sul reddito delle società). Un salasso che incombe sulle teste degli italiani.