Se il governo Letta non troverà una valida alternativa, dal1° luglio è previsto un nuovo aumento dell'Iva, che passerà dall'attuale 21% al22%, come stabilito dal precedente governo Monti.
Come riportato dall'Ansa, si calcola che ciò comporterà unaggravio pesante per gli italiani pari a 2,1 miliardi di euro nel 2013 e ben4,2 miliardi nell'anno successivo. Ipotizzando che i consumi rimangano invariati, per le taschedelle famiglie italiane questa manovra si tradurrà in un aumento medio annuo di88 euro per una famiglia di tre persone e di 103 euro per una famiglia diquattro persone.
Per il 2013 tali cifre saranno dimezzate dal fatto che l'aliquotadel 22% verrà applicata solamente nel secondo semestre dell'anno.
I beni colpiti dall'aggravio d'imposta sono vino, birra,calzature, abbigliamento, elettrodomestici, mobili, carburanti, veicoli,computer, gioielli, giocattoli e molti altri. In un periodo di grave crisi economica come quello attuale,un ulteriore aumento dell'Iva comporterà un'inevitabile contrazione dei consumidelle famiglie italiane costrette sempre più a tirare la cinghia.
Senza contare le conseguenze sulle piccole e medie imprese messe sempre più in difficoltà che rischieranno di chiudere i battenti. Per la Confesercentiparadossalmente il passaggio all'aliquota del 22% porterà ad una perdita dientrate statali pari a circa 300 milioni di euro.
Il Governo Letta esprime la volontà di scongiurare un incrementodell'Iva, ma la grande difficoltà è quella di trovare risorse per tre miliardidi euro, considerando soprattutto l'impegno già assunto di abolire l'Imu sullaprima casa.
Va sottolineato che non è previsto alcun aumento per lealiquote Iva del 4% e del 10% che vengono applicate sulla spesa per alimentari,sanità, istruzione, abitazioni. L'Iva ordinaria aveva già subito un aumento nel settembre2011, passando dal 20 al 21% durante il Governo Monti.