Sono 600mila gli studenti fuori sede che ogni hanno devono fare i conti con proprietari di immobili che spesso speculano sul diritto allo studio ed eludono il fisco. Il risultato? nel 50% dei casi il contratto è totalmente in nero mentre nel 25% i contratti sono registrati per una cifra inferiore a quella realmente pagata. L'affitto di un posto letto, o di una camera singola, incide sul budget degli studenti fino all'80%.

Sono i dati allarmanti che emergono dall'indagine "Affitti studenti: cari, senza regole, tutele e benefici fiscali" condotta da Cigl e Sunia, il sindacato degli inquilini. Lo studio, condotto nel mese di settembre nelle principali città universitarie italiane, ha considerato un campione di 2.000 studenti fuori-sede.

Milano e Roma le più care

Le città più care risultano Milano e Roma, soprattutto nelle vicinanza degli atenei privati. Nella capitale per un posto letto si spende da un minimo di 300 euro a un massimo di 450; a Milano invece, si va dai 400 ai 500 euro. Per le stanze singole a Roma si va da un minimo di 400 euro a un massimo di 700, a Milano invece dai 500 euro ai 700. Firenze e Bologna presentano valori simili a Roma e Milano, anche se leggermente inferiori: a Firenze sono più cari e diffusi i posti letto mentre le stanze singole arrivano anche a 650 euro; a Bologna per una camera singola si può spendere anche 700 euro. In alcune città (come Perugia e Siena) è frequente poi il fenomeno degli affitti a studenti extracomunitari che vuol dire un aumento del 25-30% in più rispetto agli italiani.

La giungla degli affitti senza regole

Il 30% degli intervistati dichiara difficoltà da parte delle famiglie a sostenere le spese anche ridimensionando il bilancio e il 15% sta pensando di cambiare sede per riavvicinarsi alla famiglia. Il complesso del sistema universitario, ricordano Cgil e Sunia, "offre posti letto in strutture organizzate solo per il 2% dei fuori sede, contro il 10% di Francia e Germania e il 20% di Danimarca e Svezia". Le situazioni più ricorrenti di affitto contengono "tutta una serie di violazioni - spiega Daniele Barbieri, segretario generale del sindacato degli inquilini - clausole capestro e vessatorie" come contratti in assoluto nero non scritti né registrati, contratti di tipo libero ma non registrati senza alcun limite di canone, contratti transitori irregolari o intestati al genitore e non registrati, e altro ancora. Ma oltre alle irregolarità, spiega Barbieri: "proprietari e inquilini si vedono negate opportunità e benefici che le normative fiscali annualmente danno se il contratto è sottoscritto e registrato, con un insieme di detrazioni che garantirebbero, queste sì, un effettivo diritto allo studio". 

Il fisco perde ogni anno 1,5 miliardi 

Secondo l'indagine, tra affitti in nero o contratti registrati a cifre inferiori, il fisco perde ogni anno 1,5 miliardi di euro di imponibile per un'imposta evasa pari a 300 milioni di euro. "Per combattere l'evasione e far emergere il nero - spiega Laura Mariani, responsabile delle Politiche abitative della Cgil Nazionale- è necessario che vengano siglati dei 'Patti Antievasione', che devono costituire veri accordi operativi tra Agenzia delle Entrate e Amministrazioni locali". Per Mariani, non servono delle lettere d'intenti, "ma veri accordi operativi su programmi annuali (numero controlli, stima del recupero, modalità operative) che permetterebbero – conclude Mariani - anche di reperire risorse, strutturali, da destinare al settore".