Si prospettano tempi duri per i titolari degli esercizi commerciali che rischiano di essere soffocati, nei prossimi mesi, dalla nuova tassa sui rifiuti, la Tari.

La Confcommercio, a questo proposito, è seriamente preoccupata per ciò che accadrà tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014: secondo uno studio condotto dalla Confederazione Generale, il peso della nuova tassa potrebbe arrivare a colpire gravemente i vari settori del commercio, mettendo in ginocchio soprattutto i piccoli esercenti che stanno già facendo tantissima fatica a portare avanti le proprie attività.

Tradotto in numeri, la nuova tassa sui rifiuti porterebbe un aumento dei costi del 300 per cento per i bar, del 480 per cento per i ristoranti, addirittura il 650 per cento per i negozi ortofrutticoli e il 680 per cento per le discoteche.

Facendo un paragone se in precedenza per la Tarsu, un piccolo esercizio di ortofrutta veniva a pagare annualmente circa 400 euro, con l'introduzione della Tari, si arriverebbe addirittura a spendere per il tributo la cifra folle di circa 3000 euro.

E' chiaro che, di fronte a queste cifre, la Confcommercio ha denunciato i devastanti effetti della nuova tassa che andrebbe a colpire ancora più duramente la nostra economia, rischiando di mandare sul lastrico migliaia di esercizi.

L'unione dei commercianti fa presente che questi incrementi molto rilevanti ed ingiustificati causati dalla Tari si basano essenzialmente su criteri presuntivi e non sono calcolati in base all'effettiva quantità di rifiuti che vengono prodotti.

Ecco perchè, la Confcommercio chiederà che venga rivista, con particolare urgenza, l'attuale sistema di prelievo in modo che a pagare siano effettivamente tutti coloro che inquinano di più e che non vengano adottati criteri uniformi giudicati troppo ingiusti.