Un calo dei consumi, quest'anno, era stato preventivamente messo in conto. A conti fatti, tuttavia, la realtà è stata ancora più cruda delle previsioni. La diminuzione degli acquisti legati ai regali Natale è stata, difatti, drammatica, attestandosi complessivamente intorno al 15%.



Gli italiani hanno speso, per le feste natalizie, 3 miliardi e 350 milioni di euro, con una spesa media a famiglia che si attesta a 131 euro appena. Inoltre, una famiglia su 5 ha dichiarato di avere rinunciato ai regali e di averne fatto, in alcuni casi, solamente ai bambini.

I settori che hanno registrato un calo maggiore sono quelli di elettrodomestici e arredamento con -31%, seguiti dai viaggi con -16,2%. Inflessione notevole anche per quanto riguarda il comparto abbigliamento e calzature con -12,7%. Il calo ha riguardato anche i settori normalmente più gettonati per le festività natalizie, come profumeria e cura della persona con -7,3% e i giocattoli con -1,5%. Un calo del 6,1% ha investito anche il settore tecnologico, giustificato però dai prezzi elevati dei prodotti in questione. Gli alimentari hanno visto un ribasso dello 0,9%, mentre l'unica crescita è stata registrata dal comparto dell'editoria con +1,2%, aumento motivato in parte anche dalle forti promozioni.

In definitiva, tirando le somme, il settore alimentare è quello che ha certamente retto meglio, a riprova che gli italiani rinunciano molto più facilmente ai regali da mettere sotto l'albero piuttosto che ai cibi da portare in tavola per il Cenone e il pranzo di Natale. Sono certamente calati gli acquisti di cibi più pregiati e costosi quali ostriche, caviale, champagne, a beneficio dei prodotti nostrani per dar vita a ricette della nostra tradizione culinaria.

In totale sono stati spesi 2,3 miliardi di euro tra cibi e bevande, così ripartiti: 830 milioni di euro per la carne, i salumi e il pesce, 450 milioni per gli spumanti, i vini e tutte le bevande, 400 milioni per i dolci tipici natalizi, 300 milioni per le verdure e la frutta, 220 milioni per i primi e 100 milioni per uova e formaggi.

Tra le principali cause del generale calo dei consumi, troviamo al primo posto l'aumento della disoccupazione di quasi 2 punti percentuali rispetto al 2012, la cassa integrazione per un gran numero di lavoratori, la crisi di molte piccole imprese che non hanno potuto pagare le tredicesime ai lavoratori e, non meno importante, la situazione di incertezza legata alle varie tasse da pagare per la casa, rispetto alle quali non si riesce a fare sufficiente chiarezza.