L'anno scorso è stato un annodifficile per l'economia e per le imprese più in generale, ma come è andata ailavoratori dipendenti? Se guardiamo l'evoluzione delle loro buste paga nel 2013abbiamo di fronte una foto in chiaro scuro.

Il dato medio annuo sulle retribuzioni orarie, comunicatodall'Istat quest'oggi, parla di un aumento su base annua dell'1,4%.

Sull'ultimo mese del 2013 le retribuzioni sono rimaste fermerispetto al mese precedente, mentre sono aumentate dell'1,3% rispetto adicembre del 2012. Tra privato e pubblico la divaricazione si fa più marcata.

Adicembre per i pubblici dipendenti le retribuzioni, secondo l'Istat, sonorimaste ferme; mentre per i dipendenti di aziende private l'aumento è statodell'1,7%.

A livello annuale, il settore con le retribuzioni orarie con gli aumenti più significativi rispetto al 2012 è stato quello del settore alimentari, bevande etabacco con un +4,1%, seguito dall'agricoltura al +2,7% e dalle chimiche con il +2,3%. Al contrario i settori con il minor incremento salariale sono stati l'edilizia a +0,4% e l'abbigliamento e lavorazione pelli con +0,8%.

E' andata peggio alleretribuzioni del settore pubblico. L'Istat conferma nella diffusione odierna che nel 2013 "nellapubblica amministrazione non si sono riscontrati incrementi".

L'indagine periodica dell'Istituto nazionale di statistica osserva anche il peso dei contratti rinnovati rispetto al totale deilavoratori. Su dicembre non ha registrato alcuna variazione. Il dato dichiusura 2013 parla di 27 contratti in vigore che riguardano ben 6,6 milioni dilavoratori, ma solo il 49,4% del totale delle retribuzioni complessive.

Sono inattesa di rinnovo ben 47 contratti collettivi nazionali, di questi 15appartengono alla pubblica amministrazione, mentre la differenza è nel settoreprivato. Infine l'Istat evidenzia che ci sono ben 6,3 milioni dilavoratori in attesa di rinnovo contrattuale e di questi quasi 3 milioni sononel pubblico impiego.