Andrew Hill, giornalista del Financial Times, con un articolo del 9 aprile scorso intitolato "Business is going native again" (traducibile con "Le aziende stanno tornando alle origini"), raccoglie le tendenze di sviluppo presenti e future delle multinazionali. Qual è stata la formula vincente per il passato? La stessa può applicarsi nel futuro nel periodo post-crisi?

A parlarne in prima persona è Sam Palmisano, Amministratore delegato di IBM. Lo stesso Palmisano afferma che le multinazionali stanno raggiungendo la fine della loro vita naturale.

Non è una novità perché le aziende nascono, crescono, muoiono oppure si evolvono, e lo stesso dovrebbe valere per i colossi economici, come appunto IBM.

Palmisano, nel 2006, ha elaborato un nuovo concetto di organizzazione aziendale: la Globally Integrated enterprise (GIE). L'obiettivo di ogni azienda è di essere produttivi, innovativi e agili. Questo sistema organizzativo vestirà le filiali aziendali con l'identità nazionale del Paese in cui operano, permettendo di servire clienti di tutto il mondo, e nello stesso tempo, utilizzerà una supply chain e le funzioni di supporto create a livello globale.

Tra i pionieri del sistema, come citato nell'ebook "Re-think" pubblicato dall'ideatore Palmisano, troviamo due grandi aziende come Bharti Airtel, gruppo di telecomunicazioni indiano, e Cemex, società cementiera messicana.

Quest'ultima ha introdotto "Shift", un social network interno, per condividere le procedure e centralizzare le attività di supporto.

L'esempio principale di Mr. Palmisano è ovviamente IBM che, prima della rivoluzione GIE, era basata su una struttura composta da "mini-IBM" dove le funzioni legali, finanziarie e le risorse umane si replicavano in ogni nazione.

I sindacati forse non saranno d'accordo, ma l'obiettivo di efficienza di questo modello passa per una riduzione dei costi ed un ripensamento organizzativo innovativo, che derivano dalla replica di funzioni che possono essere standardizzate a livello globale.

Questo sistema permette al manager nazionale di focalizzarsi sui clienti, cioè sulle vendite, e sullo sviluppo dei "centri di eccellenza" delle attività core.

Le sfide condivise dai manager delle multinazionali citate possono sembrare ovvie, ma complicate da applicare. Prima di tutto, bisogna trovare il punto di equilibrio tra una struttura globale ed una estremamente locale. Poi, mantenere fiducia a livello interno ed esterno. Cosa accadrebbe in un sistema GIE se una funzione globale collassasse? Infine, una multinazionale GIE deve avere a sua disposizione un senior management multicolore con manager provenienti da tutto il mondo.

Anche le start-up intravedono dei grossi vantaggi in questo modello e data la loro struttura pensano a funzioni realizzate a livello cloud. Secondo Palmisano oggi l'impresa globalizza, collabora e si connette, mentre ieri si globalizzava.

Ieri si parlava di aziende "multinazionali", oggi e domani si parlerà di aziende "globali".

Rivedere la struttura di un'azienda è un passo molto importante e anche le complesse strutture delle multinazionali devono reinventarsi. Il futuro, afferma lo stesso giornalista del Financial Times, potrebbe basarsi su imprese globalmente disintegrate.