Prima di essere definitivamente approvata la Legge di Stabilità per il 2014/2016 dovrà superare l'esame della Unione Europea che sarà chiamata a pronunciarsi entro la fine del mese. Nel frattempo Renzi incontra Napolitano per illustrare alcuni dettagli relativi alle coperture necessarie alla Legge di Stabilità che successivamente riceverà la bollinatura ufficiale della Ragioneria dello Stato. Si apprende nel frattempo che l'Unione Europea ha inoltrato all'Italia una lettera di richiamo con richiesta di chiarimenti.
Il focus
Dopo aver ricevuto già diversi cambiamenti, la legge di bilancio per il 2015 tornerà alle camere per il varo definitivo. Seguirà la prassi del bollino che la Rgs apporrà sul testo prima di essere inviata sui tavoli della commissione europea a Bruxelles. In Italia si sono sollevate eccezioni riguardanti le coperture da più parti con Forza Italia e M5S che esprimono le maggiori perplessità sul testo. La bozza che verrà portata all'esame della Ue comunque è provvisoria, dunque suscettibile di ulteriori modifiche.
La lettera di richiamo
Il motivo dell'incontro tra il Capo dello Stato ed il premier Renzi va ricercato proprio nella lettera di richiamo che la commissione europea ha inoltrato al nostro Paese.
Si è deciso per mandare una bozza provvisoria onde poter rispondere all'ammonizione della Ue che parla esplicitamente di rischio violazione dei trattati. Sono state richieste spiegazioni ulteriori riguardanti l'evasione giudicata troppo aleatoria. Anche se non viene detto che sarà respinta si da tempo fino al massimo al 29 di ottobre per apportare le correzioni necessarie al testo.
Le modifiche possibili
Il governo pensa a delle clausole di salvaguardia per ottenere il via libera dall'Europa andando ad istituire un aumento della tassazione indiretta su quelle aliquote Iva del 10% e del 22% a decorrere dal 2016. Nel 2018 potrebbe aumentare anche la tassazione sui carburanti. Attraverso un meccanismo di retroattività si è adottato un aumento di tasse per le fondazioni bancarie e fondi pensione che sono stati ritoccate di 9 punti, passando dall'11 al 20% con effetto a partire già dal 2014.
In una prima versione sarebbe dovuto intervenire nel 2015, ma le eccezioni della commissione europea hanno suggerito di anticipare i tempi. In caldo resta il cosiddetto "split payment", ossia la misura che consente di trasferire l'Iva della P.A. direttamente all'Erario anziché ai fornitori.