Ancora è probabilmente presto per parlare di paura, ma in questi giorni lo spread è tornato prepotentemente a salire. Ieri è arrivato a toccare i 200 punti (livello che non si vedeva dallo scorso febbraio) prima di chiudere intorno ai 175 punti. Il panico che si sta scatenando sui listini mondiali è dovuto alle nuove paure sulla tenuta finanziaria della Grecia e al crollo del greggio, ritenuto da sempre un indicatore importante per valutare l'andamento economico mondiale.
Oltre a questi due fattori, hanno inciso nel crollo di mercoledì, anche i dati macro americani, che sono risultati molto negativi rispetto alle attese.
Ovviamente a risentire dei crolli delle borse europee e americane è stato appunto lo spread italiano (differenza di rendimento tra titoli di Stato italiani e quelli tedeschi) che in soli due giorni è salito di oltre 50 punti.
Borse mondiali nel panico, sale lo spread
In questi due giorni abbiamo assistito ad un vero e proprio sell-off per le borse mondiali, soprattutto nella giornata di mercoledì quando le borse hanno chiuso così:
- Milano -4,44%
- Francoforte -2,87%
- Parigi -3,63%
- Londra -2,83%
- Atene dopo aver perso più di 10 punti percentuali, chiude a -6,25%
Mentre nella giornata di ieri le borse mondiali, che erano partite malissimo sono riuscite a recuperare qualcosa nel finale grazie alla buona apertura di Wall Street:
- Milano -1,21%
- Francoforte +0,13%
- Parigi -0,54%
- Londra -0,25%
- Atene -2,2%
Ed è proprio nelle ore centrali delle contrattazioni di ieri, mentre sui listini si continuava a vendere in preda al panico, che lo spread raggiungeva i 203 punti, bruciando così la discesa degli ultimi otto mesi. Il recupero finale delle borse ha comunque giovato al differenziale, che è tornato a livelli accettabili intorno ai 175 punti, facendo tirare un sospiro di sollievo agli operatori di borsa. Effettivamente siamo ancora ben lontani dai livelli registrati tra il 2011 e il 2012, quando in piena crisi finanziaria mondiale lo spread italiano viaggiava intorno ai 550 punti, ma bisogna continuare a fare attenzione all'andamento del differenziale italiano che in poco tempo potrebbe tornare a creare problemi ai conti dello Stato.