Imprese e famiglie sono sospese nel realizzare desideri e investimenti e rilanciare i consumi. C'è molto contante, soldi fermi, attendismo e nuovo sommerso per adattarsi e superare la perenne incertezza che affligge gli italiani. Ceto medio in progressiva disintegrazione a causa delle scissioni territoriali. Più diseguaglianze e meno integrazione. Attese deluse, scarso lavoro e capitale umano dissipato con una politica che non sa essere valido punto di riferimento, sono alcuni tratti dell'Italia descritta nel Rapporto Censis 2014.

Contanti e depositi bancari costituiscono il 30,9% del totale, prevale un "cash di tutela" (45% di famiglie risparmia per gli imprevisti) e il 36% lo usa per coprirsi le spalle. Per il 60% degli italiani chiunque può finire in povertà e dinanzi al futuro il 29% prova ansia e inquietudine, il 24% si mostra confuso e incerto e solo il 17% si sente un po' al sicuro. Il contante alimenta il sommerso e serve per creare reddito non tassato e meno costi. Per molti di noi riuscire nella vita non è solo questione di buona istruzione (51%) e lavorare con impegno (43%), c'è anche il 29% secondo cui serve avere le giuste conoscenze e provenire da una famiglia ricca (20%), l'intelligenza per fare carriera è una possibilità che convince solo il 7%.

In Italia il capitale umano è sprecato, 8mln in tutto. Ci sono 3mln di disoccupati, 1,8mln d'inattivi scoraggiati, 3mln di persone che sarebbero disponibili a lavorare. I giovani 15-34enni sono il 50,9% dei disoccupati totali, i Neet, 15-29enni che non studia, non si forma e non lavorano, sono arrivati nel 2013 a essere 2.435.000. Ci sono poi gli occupati sotto-impiegati (2,5mln nel 2013) e i cassa-integrati (240.000 lavoratori). E poi ci sono i lavoratori sotto-inquadrati (4mln), persone che ricoprono posizioni lavorative per le quali sarebbe sufficiente un titolo di studio inferiore a quello posseduto.

Siamo un popolo in solitudine, narcisisti e indistinti. Sono trascorse sul web in media 4,7 ore ogni giorno e 2 sono dedicate ai social network.

Per il Censis, la pratica del "selfie" mostra una "concezione dei media come specchi introflessi in cui riflettersi narcisisticamente, piuttosto che strumenti attraverso i quali scoprire il mondo e relazionarsi con l'altro da sé". Inoltre il 47% degli italiani dichiara di rimanere solo durante il giorno per una media quotidiana di solitudine attorno alle 5 ore (78 giorni l'anno). "Il rischio è che l'attuale deflazione economica si trasformi in deflazione delle aspettative, che porta all'attendismo, al cinismo, solitudine e sfilacciamento dei legami comunitari", osserva il direttore della comunicazione del Censis, Massimiliano Valerii.

"Progressivo fallimento di molte riforme, incoerenti e inadatte a formare una visione unitaria di ciò che potrà o dovrà essere il Paese nei prossimi decenni", è l'analisi impietosa del Censis sull'agire politico, dove evidenzia anche una progressiva perdita del "principio costituzionale di straordinarietà dei provvedimenti introdotti con decreto legge che ha esposto la società italiana a una sensazione di emergenza continuata".

La politica, in sintesi, "resta confinata al gioco della stessa politica". Sviluppo e occupazione sono al palo e le promesse non si traducono in realtà. La politica non sa guidare, gli individui sono a disagio, percepiscono l'abbandono, manca dialogo e ci sono piccoli mondi che "vivono in se stessi e di se stessi".