È passato quasi un intero anno da quando Draghi iniziò ad indebolire l'Euro per favorire l'Eurozona e una ripresa dell'inflazione. Il giorno 8 maggio 2014 durante la conferenza stampa di Draghi, il rapporto tra Euro e Dollaro Usa si avvicinò tantissimo a toccare il livello 1.4000, ma fu solamente l'ultimo sprazzo di salita della moneta unica. Infatti da quel giorno si è deprezzato tanto da perdere già oltre 3000 punti, anche chiamati "pips" nel gergo dei traders finanziari. In questo momento la coppia Eur/Usd si trova a 1.0780, ma il mese scorso siamo arrivati a toccare anche l'1.0500.

Molti analisti finanziari si aspettano di vedere presto l'Euro e il dollaro USA in parità. Ma è un ipotesi reale?

Se andiamo a guardare la coppia Eur/Usd dal punto di vista strettamente tecnico, possiamo notare come ci sono tutte le possibilità per un tocco del livello 1.000. Dal 2000 al 2008 c'è stato un forte movimento rialzista del cross che ha portato l'Euro a quota 1.60, seguito poi da un attuale fase di consolidamento che però ha già superato anche il 61% di rintracciamento. Possibile inversione duratura del trend?

Si se arriveremo a rompere anche il livello di 1.00 e a quel punto si andranno a toccare i minimi storici del cambio. Ma è molto più probabile che questa ondata di vendite di Euro si fermi una volta raggiunti la parità o comunque in quella zona.

Oltre alla decisione di Draghi di svalutare l'Euro, qualche mese fa anche la Banca Centrale Svizzera ha deciso di collaborare con la BCE e continuare l'opera di deprezzamento della nostra moneta. Infatti la Banca Svizzera ha smesso di acquistare Euro decidendo di non volere più limitare il cambio Eur/Chf. Questa decisione ovviamente ha portato come conseguenza una sostanziale vendita di Euro.

Nella prossima estate dovremmo assistere anche ad un rialzo dei tassi di interesse da parte della Fed, la banca centrale americana. Questo potrebbe rafforzare ancora di più il dollaro americano e svalutare di conseguenza il cambio Eur/Usd. Dunque sia dal punto di vista tecnico che macroeconomico, è molto probabile che il deprezzamento della nostra moneta continui ancora un po' e chissà se si raggiungerà anche la parità fra due delle valute più scambiate al mondo.