Il secondo trimestre del 2015 si è chiuso con un aumento congiunturale del Pil dello 0,2% rispetto al dato relativo al trimestre precedente (che a sua volta era cresciuto dello 0,3%) e dello 0,5% in confronto allo stesso trimestre del 2014. Il dato, reso noto dall'Istat, rappresenta una stima preliminare e viene motivato come una diminuzione del valore aggiunto attribuibile all'agricoltura, di un positivo aumento nei servizi e di una leggera variazione dei dati d'insieme dell'industria.
A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, il dato è comunque positivo e segna il secondo trimestre consecutivo di crescita, dopo la pesantezza ben visibile nei precedenti tredici trimestri contraddistinti dal segno meno.
Eppure dal Governo si attendevano qualcosa di meglio, l'hashtag #Italiariparte avrebbe voluto diffondere dati ben più ottimistici e le opposizioni sembrano già pronte, compatte nel cantare la sconfitta dell'Esecutivo.
Se di vittoria non si può parlare, la sconfitta appare comunque ancora lontana, la partita è aperta il Premier intende giocarsela a viso aperto fino all'apertura delle prossime urne. Sarà interessante valutare la reazione di Matteo Renzi, anche se siamo pronti a scommettere che giocherà la carta dell'annuncio delle riforme da portare a compimento. Lui che ieri ha invitato, ospite in una festa Democratica nel reggiano, i militanti a "tenere botta" e a non cedere alla divisioni interne, ora dovrà tenere alto l'umore della maggioranza.
Intanto però se Roma non piange, Berlino singhiozza e Parigi tiene il broncio: i dati mettono infatti in risalto il fatto che la Germania segna un rialzo dello 0,4%, mentre le previsioni erano almeno più alte di un decimo di percentuale e la Francia resta ferma al palo con un dato che resta invariato rispetto al trimestre precedente.
Sul Vecchio continente pesano evidentemente anche le crisi di Grecia e Cina.
Tra le prime reazioni al dato reso noto dall'Istat c'è quella del Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha sottolineato come la ripresa si stia facendo attendere, parole che hanno già indotto il Governo a replicare con un secco: "i dati erano attesi".