Dopo la mossa di ieri, 10 marzo, della BCE che ha aumentato da 60 ad 80 miliardi la moneta mensile per gli acquisti dei titoli di stato del Quantitative Easing, l'azzeramento dei tassi d'interesse ed il multi-tier system per i tassi sui depositi delle banche, oggi le borse reagiscono ottimamente. Ieri, inizialmente le borse avevano gradito le misure di Draghi, balzando con indici più che positivi, salvo poi chiudere a fine giornata in lieve contrasto.
Borse in ripresa, Draghi se la ride
Il viso del presidente della BCE Mario Draghi sarà stato percorso da un sorriso di soddisfazione alla lettura dei dati parziali della giornata di oggi. Le principali borse europee fanno registrare tassi positivi. Piazza Affari guadagna il 4,25% a 18.887 punti. I bancari guidano la riscossa, dopo le facilitazioni messe in campo ieri dalla BCE, con l'azzeramenti dei tassi d'interesse, oltre ad un taglio sui tassi dei prestiti marginali e una serie di 4 maxiprestiti Tltro. Unicredit guadagna l'8,38%, Ubi 8,61%, Mps 9,81%. Il CAC di Parigi segna un +2,48%, il DAX di Francoforte +2,46%.
Madrid +2,66% e Londra +1,55%.
L'effetto causale permette anche un calo considerevole dello spread, fermo a 105 punti. Il rendimento del decennale italiano cala all'1,33%. Inoltre l'asta dei titoli del Tesoro ha fatto registrare un tutto esaurito e, per la prima volta, un tasso sul rendimento a 3 anni negativo. Le borse asiatiche registrano una ripresa, anche se più mite, sulla scia dei risultati europei. Tokyo fa registrare un +0,51% e Shanghai il +0,20%.
Prezzo del petrolio in rialzo. Produzione boom in Italia: i dati Istat
Per la quarta settimana consecutiva il prezzo del petrolio vede un continuo rialzo, anche se lieve. Dopo il minimo toccato sotto i 29 dollari di metà gennaio, il prezzo del WTI del Texas sale di 1,02 dollari, giungendo a 38 dollari al barile.
Il Brent aumenta del 2,1% conquistando quota 40,9 dollari.
Nella mattinata odierna, 11 marzo, dopo le indicazioni di ieri sull'occupazione, sono usciti i dati Istat relativi alla produzione in Italia. Il dato è significativo: l'Istituto Nazionale di Statistica registra un aumento della produzione, a gennaio 2016, dell'1,9% rispetto a dicembre 2015. Rispetto a gennaio 2015, invece, la produzione industriale è aumentata del 3,9%, risultato migliore da agosto 2011. I beni strumentali guidano la ripresa con un aumento anuale del +9,5%, seguono i beni intermedi (+2,3%), l'energia (+2,8%) e i beni di consumo (+1,2%).
Alessio Riotta, responsabile comunicazione del Partito Democratico, ha commentato così i dati Istat: "Sono segnali che riportano come la nostra economia stia rispondendo positivamente alle riforme messe in campo dal governo, ma bisogna continuare su questa strada". Sono segnali forti, che qualora dovessero accompagnarsi ad una stabilizzazione a livello internazionale, per merito della politica monetaria della BCE, andrebbero sfruttati in pieno, senza perdere l'ennesima occasione di agganciare la ripresa, che, in Italia, viaggia a ritmi eufemisticamente moderati rispetto alla zona euro.