Quest'oggi è stata eseguita una mossa decisamente inusuale, che ha recato sorpresa ai tanti interessati di economia: la Banca Centrale Europea ha tagliato fino al livello di minimo storico i tassi di rifinanziamento, stanziandoli sullo 0,0%. Mario Draghi ha deciso di mettere in atto questa mossa per cercare di favorire la ripresa dell'economia, favorendo il credito abbinato all'acquisto di titoli di stato. La mossa sembrava avere avuto un buon impatto, ma dopo il "boom" iniziale, nella giornata si sono azzerati i rialzi.

Tassi di rifinanziamento tagliati fino allo 0,0%

Quest'oggi i tassi di rifinanziamento hanno toccato il minimo storico, essendo stati portati allo 0,0%. La decisione, definita dai Tedeschi "inutile", è stata presa per favorire l'acquisto di titoli, tentando inoltre di portare il tasso di inflazione intorno al 2%. La Banca Centrale Europea ha aumentato di 20 miliardi mensili l'acquisto di Bond, attraverso il QE, ossia il "Quantitative easing", in altre parole un "alleggerimento" per quanto concerne la creazione di moneta, il QE rappresenta quindi una tipologia di politica monetaria espansiva, o meglio fortemente espansiva. Le decisioni prese dalla Banca Centrale Europea appena citate hanno creato inizialmente una situazione di rialzo delle borse per poi annullare i rialzi in corso della giornata.

La BCE ha anche tagliato le stime di crescita per l'Eurozona di 0,3 punti percentuali per il 2016, e 0,2 per l'anno 2017. La manovra di Mario Draghi ha permesso di iniziare la giornata con rialzi intorno al 3% per quanto riguarda Piazza Affari, successivamente azzerati in corso e in finale di seduta. Francoforte è stata la piazza peggiore toccando un calo del 2,3%, Parigi e Londra hanno chiuso rispettivamente con una diminuzione dell'1,7%, mentre Madrid è andata in controtendenza con un rialzo di metà punto percentuale.

Per quanto riguarda lo SPREAD, ossia il differenziale tra i Bond Tedeschi e i Btp Italiani, quest'ultimo é sceso sotto la soglia dei 110 punti base, arrivando infatti a 105 con il 10 anni italiano in calo all'1,25%.