Rinegoziare e non cancellare il nafta. E’ stato questo quanto emerso dai contatti instaurati in questi giorni tra il primo ministro del Canada, il presidente del Messico e Donald Trump, conclusi con il sì definitivo del presidente degli Stati Uniti. E pensare che fino a poco tempo fa, il presidente aveva dichiarato di voler firmare l’ordine di uscita immediato dall’accordo.
La ricerca del compossesso sul Nafta è un’apertura alla negoziazione dal finale imprevedibile che potrebbe portare all’uscita degli Stati Uniti, qualora non si raggiunga “un’intesa soddisfacente”.
Ventitré anni dopo l’accordo sarebbe dunque rinegoziabile secondo tutte le parti, aprendo le porte all’e-commerce, o riversando particolare attenzione al settore più green, ambiente ed ecosostenibilità, od infine ridurre il guadagno delle multinazionali. Ma tra gli obiettivi che una futura rinegoziazione dovrà raggiungere c’è sicuramente quello del divieto di lavoro minorile e di combattere il problema della tratta degli essere umani, ancora troppo comune in Sud America.
I dati parlano chiaro: L’export dei beni tra Stati Uniti e Canada ammonta a 266 miliardi, l’import a 278. L’export di beni degli Stati uniti con il Messico tocca invece i 230 miliardi di dollari, ben al di sotto dell’import fermo a 294.
Dalla nascita ai nuovi paesi coinvolti
Il Nafta, conosciuto nei paesi di lingua spagnola come TLCAN, è il trattato di libero scambio del Nord America, entrato in vigore nel 1994 tra Canada, Stati Uniti e Messico, che prevede l’abolizione delle barriere tariffarie tra i paesi coinvolti, eliminando dazi doganali sui prodotti. Il Nafta ha concesso a numerose industrie (in primis a quelle di automobili) vantaggi di non poco conto, ma secondo un primo parere di Donald Trump, sarebbe stato molto dannoso per il paese.
La promessa di rinegoziare l’accordo risale alla campagna presidenziale, opinione condivisa da molti economisti, ma i rapporti col Messico non sono stati certamente idilliaci sia prima che dopo le elezioni. Per questo l’idea di alzare i dazi non rispettando così l’accordo del 1994, ha più di una volta sfiorato il presidente, scaturendo un effetto a catena e una naturale nonché sentita necessità di acquistare materie prime altrove. E’ dall’idea del libero scambio che anni prima l’Unione Europea ha avuto origine; in America è stata sempre “chiusa” dal numero circoscritto dei tre paesi, ma potrebbe presto allargarsi includendo Perù e Cile.