La riforma delle Tasse del presidente Donald Trump prevede la crescita dell'economia americana e dei posti di lavoro nel territorio nazionale. La notizia è giunta dal consigliere dell'Economia della Casa Bianca, Gary Cohn e si suppone che rivoluzionerà gli Stati Uniti, in quanto si assisterà al più grande taglio di tasse della storia americana ed è la prima riforma fiscale che potrebbe raggiungere tale traguardo. Il segretario al tesoro americano, Steven Mnuchin, che ha presentato il piano del presidente Trump, ha anche aggiunto che verrà ridotta l'aliquota sui redditi di imprese dal 35 al 15%, un sogno per i mercanti americani, ma che apre anche tanti dubbi e perplessità.
La riforma sul fisco
La riforma sul fisco di Trump, molto simile a quella negli anni '80 di Ronald Reagan, prevede l'abolizione di diverse tasse, quella sulla successione e quella che assicura ai più ricchi che paghino un livello minimo di imposta e inoltre sancisce una riduzione della tassazione sui redditi individuali, riducendo il numero delle fasce di reddito da sette a tre, così ottenendo circa il 10-25-35% e, di conseguenza, raddoppiando le deduzioni fiscali e, infine, ridurre l'aliquota sui redditi di imprese al 15%. L'introduzione della riforma sul fisco stimolerà una crescita degli investimenti delle imprese, con un aumento del tasso di crescita del Pil, inoltre Steven Mnuchin sostiene che l'abbattimento dell'aliquota non farà aumentare il deficit e il debito pubblico, in quanto una crescita dell'economia ridurrà gli introiti fiscali.
Dubbi e perplessità
La riforma fiscale e la recente valutazione da parte della Casa Bianca dell'uscita degli Usa da Nafta e Wto, lasciano tanti dubbi e perplessità. In merito agli accordi commerciali di libero scambio trai paesi del Nord America e dell'Unione Europea, le aziende di libero scambio sono piuttosto preoccupate in quanto preferirebbero delle rinegoziazioni e non la totale uscita da Nafta e Wto.
Donald Trump d'altronde vorrebbe imporre barriere tariffarie ai prodotti provenienti da alcuni paesi dei quali il commercio statunitense è fortemente deficitario, in particolare il Messico, ma anche la Germania. Le perplessità dei commercianti a tal proposito si basano su un ragionamento ben preciso, difatti dal momento in cui ci dovesse essere una riduzione delle aliquote attraverso la riforma, le barriere tariffarie che vorrebbe Trump scatenerebbero una reazione a catena che complicherebbero i rapporti di interscambio con gli altri Stati e, di conseguenza, laddove le aziende gioiscono per un guadagno, piangono per le spese di scambio.
L'obbiettivo finale del presidente americano sarebbe tuttavia di rendere l'America grande come un tempo, ma ogni suo passo verso la ripresa lascia tanti dubbi e perplessità, per il momento però assistiamo alla svolta più significativa degli Stati Uniti d'America.