La Legge di Bilancio 2018, approvata a dicembre 2017, oltre a contenere misure urgenti per far quadrare I conti dello Stato italiano e venire incontro alle famiglie e alle imprese, conterrebbe, secondo quanto rivelano Domenico Affinito e Milena Gabanelli sul "Corriere della Sera", un vero e proprio regalo di circa 3 milioni di euro nei confronti della Isiamed digitale srl, società di software con sede nella Capitale in Via Cola di Rienzo 44.

Ad accorgersi della sostanziosa elargizione sarebbe stato il ministro uscente dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Ma solo dopo che la notizia è iniziata a circolare sui vari social network.

La reazione del ministro

Il ministro Calenda, dopo un primo evidente imbarazzo, ha appurato che i senatori Pietro Langella e Antonio Milo, di area Verdiniana, il 30 novembre 2017 presentavano un emendamento che, ufficialmente, sarebbe servito a promuovere un nuovo modello digitale italiano nei settori del turismo, dell'agroalimentare, dello sport e dello sviluppo delle smart city. Per questo sarebbe stato necessario stanziare almeno 3 milioni di euro.

Il ministro Calenda ha deciso di bloccare l'emendamento chiedendo alle autorità europee, in particolare la Commissione, di verificare che non si tratti di aiuti di Stato. Ma cosa ha suscitato i sospetti del ministro Calenda?

Strane coincidenze

Come mette in evidenza il "Corriere della Sera" nonostante la Isiamed sia stata costituita l' 8 ottobre 2016 ha iniziato ad operare attivamente solo più di un anno dopo e cioè il 10 novembre 2017, meno di tre settimane prima della proposizione dell'emendamento bloccato dal ministro.

Per di più, l'attività svolta dalla società risultava particolarmente coincidente con le finalità dell'emendamento. Infatti la Isiamed, in appena 20 giorni, avrebbe avviato progetti di digitalizzazione con la Confederazione italiana Agricoltori e con la Federalberghi di Firenze.

Inoltre, nello stesso tempo, avrebbe avviato un progetto di sviluppo di smart city stipulando una partnership tecnologica e commerciale con il colosso cinese Zte.

Ovviamente, senza mettere in dubbio la bontà degli accordi, si tratta di investimenti in fieri di un'azienda appena nata. Quindi non possono, di per sé, garantire la necessaria esperienza. Ecco perché il ministro Calenda ha voluto verificare chi componeva la compagine societaria.

Si scopre, così, che i soci principali sono per il 75% l'imprenditore Vincenzo Sassi, titolare di varie partecipazioni in società finanziarie, di mediazione creditizia e recupero crediti. Il restante 25% risulta dell'Istituto Italiano per l'Asia e il Mediterraneo, a capo del quale c'è Guido Folloni, ex ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo esecutivo di Massimo D'Alema.

Cosa centri tutto questo con il regalo da 3 milioni alla Isiamed è presto detto. Quest'ultima, infatti, detiene due partecipazioni. Una di queste verso il Consorzio italiano per le infrastrutture e servizi del territorio, dove oltre al Presidente Mario d'Apuzzo, ex Senatore di Ala, sono presenti come consiglieri lo stesso Vincenzo Sassi e Gianluca Milo, figlio ventunenne, del Senatore Antonio Milo, uno dei due primi firmatari dell'emendamento congelato da Calenda.

Ora se è sicuramente vero che la discrezionalità, soprattutto in sede politica, non è un illecito, certamente è difficile identificare un collegamento diretto tra i servizi del territorio, in pratica le strade, con lo sviluppo digitale. Ma, come ha affermato il Senatore Pd Stefano Esposito, quando si ha bisogno di voti si rischia di subire il ricatto dei piccoli gruppi.