Il governo sembra pronto a mettere in atto una delle misure più attese del “pacchetto fiscale” da inserire nella prossima manovra finanziaria: su proposta della Lega, ci sarà al più presto un taglio alle accise sulla benzina e sul gasolio. La misura, più volte annunciata da diversi esponenti del Carroccio con tanto di "benedizione" dello stesso vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, dovrebbe consentire agli automobilisti italiani di risparmiare diverse decine (o centinaia, a seconda dei consumi) di euro all'anno pagando da 1 a 3 centesimi al litro in meno rispetto ai rifornimenti fino ad oggi effettuati.
Nello specifico, pare che si vada verso sforbiciate meno sensibili sul prezzo del diesel, mentre al contrario saranno più significative le riduzioni dei costi per chi usa carburanti più diffusi e cioè la “verde”.
Governo trova i soldi per ridurre il prezzo alla pompa
Come copertura per il provvedimento in questione, ormai giunto quasi al traguardo stando alle ultime indiscrezioni di stampa filtrate da ambienti vicini a Palazzo Chigi, un sostanzioso extragettito iva raccolto nel corso del 2018 proprio con la tassazione dei derivati del petrolio, quantificabile all'incirca con 250-300 milioni di euro secondo le stime ufficiose.
Tali entrate, sulla carta garantite e quindi facilmente destinabili alla promozione di un taglio di alcune voci fiscali che gravano ormai da da decenni sulle tasche della massa dei consumatori, potrebbero però essere soggette a variazioni anche notevoli in relazione alle valutazioni internazionali del petrolio. Quindi serviranno ulteriori approfondimenti per assicurare alla misura promessa un'adeguata fonte di finanziamento.
Verso taglio di accise su benzina e diesel
Tra i più accesi sostenitori dello sfoltimento delle tanto odiate accise sulla benzina, c'è sicuramente il sottosegretario all'Economia in quota Lega Massimo Bitonci, ispiratore del provvedimento insieme al leader dello stesso partito Matteo Salvini.
Nessun ostacolo sembra essere rimasto, quindi, sulla strada che da qui a qualche settimana al massimo dovrebbe portare al calo delle spese per i rifornimenti alla pompa di verde e gasolio, fermo restando che saranno poi le grandi compagnie petrolifere a determinare il “grosso” dei prezzi con l'autonoma fissazione dei listini in base alle oscillanti quotazioni industriali del petrolio. Certamente è meglio di nulla, anche se dopo anni di promesse ci si aspettava di più.