Con la prossima legge di Bilancio il Governo sta valutando, come promesso in campagna elettorale da Matteo Salvini, di tagliare una parte delle accise che incombono sul prezzo di benzina e gasolio. Le accise sulla benzina nel 2017 hanno fruttato allo Stato un importo di 26,7 miliardi di euro. Anche nel 2016 l'importo incassato dallo Stato era stato di 26,4 miliardi di euro. Nei primi 7 mesi del 2018 la fiscalità petrolifera ammonta a circa 14 miliardi di cui 9,5 per la benzina e poco più di 4 miliardi per il gasolio.

Quanto costerebbe il taglio di un solo centesimo sulla fiscalità generale?

Secondo l'Unione Petrolifera un solo centesimo in meno costerebbe un calo di gettito per lo Stato pari a 100 milioni per la benzina e 278 per il gasolio. A questo bisogna aggiungere poi il mancato guadagno del 22% dell'Iva applicata sui carburanti.

Pare proprio che nell'imminente manovra economica del Governo possa essere contenuto un primo taglio delle accise, in particolare sulla benzina.

Nella manovra del Governo potrebbe esserci il taglio delle accise sulla benzina

Matteo Salvini in campagna elettorale aveva proposto un taglio di 11,3 centesimi riferendosi alle accise applicate a partire addirittura dal secolo scorso. In realtà buona parte di queste accise sono state già inglobate dallo Stato nella fiscalità generale a partire dal 2013.

Considerando i volumi di vendita del 2017, il taglio sulla benzina comporterebbe una perdita per lo Stato di 1,13 miliardi per la benzina, mentre il mancato introito ammonterebbe a 3,14 miliardi per il gasolio. Complessivamente si arriverebbe quindi ad un totale di 4,27 miliardi, senza calcolare la perdita dell'Iva. Anche se, secondo le prime indiscrezioni, il taglio all'orizzonte in questa manovra dovrebbe riguardare solo la benzina.

Quanto incide la componente fiscale su benzina e gasolio? I due prodotti petroliferi hanno una fiscalità diversa. Per la benzina pesa per il 62%, pertanto 1,025 euro al litro è composto da 0,728 euro di accise e 0,297 euro di Iva. Per il gasolio invece la componente fiscale è del 59% il cui importo di 0,892 euro al litro si compone quindi di 0,617 euro di accise e 0,275 euro di Iva al 22%.

Rispetto agli altri paesi europei l'Italia si distingue per la fiscalità più alta. Seguono la Francia, la Germania e l'Austria. In passato solo due volte ci sono stati dei tagli sulle accise dei carburanti e in entrambi i casi hanno avuto vita breve. La prima varata a novembre del 1999 portò un taglio di 25 lire a litro e durò fino a febbraio 2000, mentre la seconda nel 2008 fu di 2 centesimi al litro. Nei due casi i ministri incaricati erano Pierluigi Bersani allo Sviluppo Economico e Vincenzo Visco alle Finanze, entrambi di governi di centrosinistra. In tutti e due i casi si trattò di una sterilizzazione dell'Iva. E ancora oggi, nel caso in cui il petrolio dovesse raggiungere valori molto alti, il Governo potrebbe decidere di effettuare la stessa operazione se il Brent dovesse aumentare nel trimestre oltre il 2% del prezzo indicato nel Def.