Di Maio sconfessa Fico dopo le dichiarazioni del Presidente della Camera sulla Festa della Repubblica “per migranti, rom e sinti”. Nel giorno che dovrebbe sancire l'unità nazionale al di là delle appartenenze politiche, un'altra polemica agita le acque già non proprio pacifiche della maggioranza gialloverde, restituendo all'opinione pubblica l'immagine poco edificante di uno scontro istituzionale a tutto campo. A dare fuoco alle polveri ci ha pensato, volente o nolente, il massimo rappresentante dell'assemblea parlamentare di Montecitorio in quota pentastellata, con un pensiero a “tutti quelli che si trovano sul nostro territorio e hanno gli stessi diritti” dei cittadini italiani.
2 giugno, Salvini contro Fico per parole su migranti
Nel difendere la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, chiamata in causa pesantemente da alcuni esponenti delle Forze Armate e da esponenti dell'opposizione proprio alla vigilia della parata militare di Roma, l'ex portavoce della cosiddetta “ala ortodossa” dei 5 Stelle ha voluto dedicare i festeggiamenti ufficiali alle minoranze evocando un concetto “inclusivo” di “democrazia e libertà” in evidente contrapposizione con la componente sovranista dell'esecutivo Lega-Movimento. Una sortita, quella del successore di Laura Boldrini, che non poteva cadere nel vuoto, come puntualmente confermato dalla veemente reazione del vicepremier leghista Matteo Salvini, pronto a mettere sul banco degli imputati la terza carica dello Stato con la poco diplomatica espressione “mi fa girare le scatole” e un velenoso riferimento alla “gente che rischia la vita per difendere l'Italia nel mondo”.
Di Maio e Fico ai ferri corti, ancora tensioni nel M5S
Tra l'incudine e il martello, l'imbarazzato “coinquilino” di governo Luigi Di Maio, costretto ad entrare in un “botta e risposta” molto sgradevole per la già ferita base del M5S, alle prese con i postumi della sconfitta elettorale del 26 maggio: “Io non avrei alimentato questa polemica di distrazione di massa il 2 giugno” ha commentato il leader 5S, prendendo chiaramente le distanze da Roberto Fico rispetto al quale ci tiene a rivendicare “diversità di vedute” su alcuni temi, come appunto quello dei migranti.
E intanto, sui social, le fibrillazioni del popolo pentastellato esplodono e a pagare il prezzo più caro, in questa giornata di tensioni a tutto campo, è proprio il Presidente della Camera dei Deputati, invitato senza mezzi termini da una fetta non minoritaria di attivisti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle a dimettersi e “iscriversi al PD”. A una settimana dal voto per le Europee, per i pentastellati (ora diventati i “contraenti deboli” della coalizione con la Lega) sembra ancora piovere sul bagnato.