FCA, la multinazionale creata da Sergio Marchionne fondendo insieme l'italiana FIAT e l'americana Crysler, nel prossimo futuro immetterà nel mercato due nuovi modelli della Jeep, oltre al ritorno del Jeep Grand Wagoner. Ma esiste la concreta possibilità che questi due nuovi modelli non vengano prodotti in Italia. Infatti, a sentire il nuovo Amministratore Delegato di FCA, Mike Manley, la produzione potrebbe essere spostata negli Stati Uniti.
Questo causerebbe un notevole ridimensionamento del piano di investimenti per 5 miliardi di euro previsto in Italia nel triennio 2019/2021 e annunciato solo lo scorso 30 novembre. Di conseguenza verrebbero proporzionalmente ridimensionati i piani di piena occupazione all'interno degli stabilimenti FIAT che poggiavano proprio sulle risorse stanziate con questo piano finanziario. Piena occupazione che avrebbe dovuto essere raggiunta proprio nel 2021.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Manley, il piano di investimenti da 5 miliardi di euro era stato progettato prima dell'introduzione della cosiddetta ecotassa.
Ma il via libera del Governo M5S - Lega ai tributi sulle auto di medio - alta cilindrata e sulle motorizzazioni diesel avrebbe indotto ad un ripensamento dell'intera strategia di investimento. E questo in quanto il contesto economico- ambientale in Italia sarebbe cambiato.
La reazione delle parti sociali
La prospettiva di un forte ridimensionamento degli investimenti in Italia da parte di FCA, con le ovvie conseguenze occupazionali, non è stata presa affatto bene dai sindacati.
In particolare, il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, benché affermi di comprendere pienamente le motivazioni che spingono FCA ad effettuare una ricalibratura del piano di investimenti precedentemente programmato, afferma che il suo sindacato cercherà in ogni modo di evitare che si verifichi una simile eventualità.
Anche perché, afferma, non possono essere i lavoratori a dover pagare il prezzo più alto per le scelte effettuate dal Governo. E ricorda come, più volte, erano state inviate sollecitazioni all'esecutivo affinché rivedesse tutto l'impianto delle Tasse sugli autoveicoli più inquinanti.
Michele De Palma, membro della segreteria nazionale della Fiom - Cgil sostiene, invece, che il suo sindacato è pronto alla mobilitazione generale contro gli evidenti rischi occupazionali per i lavoratori degli stabilimenti italiani della FIAT che in molti casi da anni sono in cassa integrazione.
Duro anche il leader della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, che ha fortemente criticato la cosiddetta 'ecotassa' inserita nella recente legge di bilancio, la quale avrebbe avuto un peso decisivo in questa decisione dei vertici di FCA di tagliare gli investimenti previsti in Italia.