Lo storico dell’economia Giulio Sapelli, intervistato da 'Il Giorno', ha analizzato la situazione economica attuale su scala internazionale, smentendo indirettamente le dichiarazioni di Di Maio secondo il quale in Italia si potrebbe prossimamente avverare un nuovo boom dell'economia, un po’ come è accaduto da noi negli anni Sessanta del Novecento.

Sapelli: 'Il 2019 potrebbe essere peggiore degli anni scorsi'

Sapelli, nell'intervista, ha completamente rovesciato questa visione ottimistica, dichiarando, al contrario, che il 2019 sarà per l'Italia un anno nero: di "sangue, di sudore e di lacrime".

Lo storico dell'economia ha infatti spiegato che si sta assistendo ad un rallentamento consistente del commercio globale che sta investendo persino Paesi del calibro di Cina, Stati Uniti e Germania. Secondo Sapelli, la Cina per la prima volta da molteplici di anni, avrebbe smesso di crescere, l'economia statunitense sarebbe rallentata, per non parlare poi della situazione difficile della Germania. Dato che l’economia europea è basata quasi integralmente sull'esportazione di beni e servizi (export), la fase recessiva a cui potremmo andare incontro, per Sapelli, non rappresenterebbe affatto una novità.

Sapelli: 'In Italia ci vorrebbe un governo serio e forte'

Per il docente di Storia economica alla Statale di Milano, l'Italia, ora più che mai, avrebbe bisogno di un governo serio e forte, non di uno che faccia a gara a chi urla e strepita maggiormente.

Non si risolverebbe alcunché urlando, a detta di Sapelli. L’unico modo per correggere la direzione è quello di focalizzare l'attenzione sugli investimenti produttivi e sulla domanda interna. E qualora i privati non siano disposti ad investire nel nostro Paese, dovrebbe essere lo Stato a farlo, realizzando per l'Italia, strade, ferrovie e tutte le infrastrutture che ci mancano.

Secondo l'economista, ci eravamo illusi che sarebbero bastati Google, Amazon e gli altri colossi della rete a trainare l’economia mondiale e adesso ne stiamo semplicemente pagando le conseguenze. Ora la recessione ci sta giungendo proprio da quei Paesi che sembravano inscalfibili, come Cina e Stati Uniti d'America. Abbiamo commesso l'errore madornale, secondo Sapelli, di credere convintamente che la globalizzazione avrebbe risolto tutti i problemi.

È evidente che così non è stato. Un'ultima parentesi che nulla c'entra con quanto trattato: pare che lo stesso Sapelli, dopo soli 10 giorni di attività, sia stato costretto a dimettersi dal ruolo di vicepresidente della banca popolare di Bari, sita in Puglia. Ma la banca in questione ancora non avrebbe comunicato nulla.