L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha fornito un aggiornamento sulle stime di crescita del paese che è stato ripreso da tutti i principali organi di stampa. Secondo il nuovo Economic Outlook il nostro Paese dovrebbe registrare una crescita nulla nel 2019 per poi vedere un modesto miglioramento dello 0,6% nel 2020.

La debole dinamica sulla crescita del prodotto interno lordo potrebbe avere conseguenze negative sui saldi di finanza pubblica con un peggioramento del rapporto deficit/Pil di 50 punti base (dal 2,4% del 2019 al 2,9% del 2020) e una crescita del rapporto debito/Pil oltre il 135%.

L'istituto di ricerca ha ribadito le criticità della politica economica espansiva del governo, che non sta producendo gli effetti sperati in termini di crescita e potrebbe contribuire ulteriormente al peggioramento negli aggregati di finanza pubblica.

Rilievi critici sulle politiche economiche dei principali paesi

L'Italia non è l'unico destinatario delle raccomandazioni. L'istituto di ricerca sostiene che la crescita economica si presenti fragile a livello globale e suggerisce un aumento negli investimenti pubblici da parte dei paesi che dispongono di spazi di manovra come Germania e Olanda. Per quanto concerne Spagna e Regno Unito, la crescita stimata dovrebbe consentire qualche margine di intervento, senza compromettere la dinamica del debito pubblico.

Diverso il discorso per Francia e Italia, dove eventuali misure espansive potrebbero influenzare la dinamica del rapporto Debito/Pil e dunque andrebbero calibrate con grande attenzione.

La dialettica commerciale tra Cina e USA, giocata a colpi di dazi e tariffe, ha già avuto un impatto negativo sulla crescita globale e potrebbero esserci ulteriori conseguenze a causa degli sviluppi più recenti: ulteriori dazi nell'ordine del 25% sul commercio tra Cina e USA potrebbero costare una riduzione dello 0,8% del Pil cinese e dello 0,6% di quello USA.

Italia stretta tra debito elevato e bassa crescita

L'analisi dell'istituto di ricerca descrive un quadro abbastanza problematico per il nostro Paese. Da un lato il rallentamento dell'economia globale si appresta a infliggere un colpo non da poco al fragile e debole percorso di ripresa con il quale in nostro paese, in recessione alla fine dello scorso anno, si apprestava a portarsi a crescita zero quest'anno.

Dall'altro la pesante zavorra di un debito pubblico oltre il 130% del PIL lascia pochi margini per politiche espansive anticicliche. Ultima questione non da poco, le politiche avviate dal governo sembrano andare nella direzione sbagliata, peggiorando i saldi di finanza pubblica senza apprezzabili risultati sulla crescita del paese.