L' Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato oggi uno studio sull'economia italiana indicando i principali provvedimenti di politica economica di cui il nostro Paese avrebbe bisogno per tornare a crescere: siamo infatti l'unico Paese all'interno del gruppo OCSE dove i redditi si trovano al di sotto dei livelli del 2000.

Il report indica che il mix di riforme dovrebbe rilanciare la crescita economica, migliorando l'inclusione sociale, senza tuttavia compromettere un percorso di riduzione del debito pubblico. In questo scenario, il provvedimento noto come quota 100 potrebbe avere conseguenze negative a causa dell'incremento nella diseguaglianza tra generazioni e per la riduzione del numero degli occupati di età più avanzata che potrebbe ripercuotersi negativamente sulla crescita.

Inoltre, il reddito di cittadinanza, attestandosi su livelli particolarmente elevati rispetto a quanto osservato in media negli altri Paesi, potrebbe scoraggiare la ricerca di occupazione regolare e favorire il lavoro nero.

Scarsa produttività e diseguaglianze regionali

L'istituto di ricerca prevede un calo del Pil dello 0,2% nel 2019 e una ripresa dello 0,5% nell'anno successivo. Alla base della crescita stagnante dell'economia italiana, che ad oggi si colloca al di sotto dei livelli del 2000, ci sono una scarsa dinamica della produttività e rilevanti differenze regionali.

Oltre a questo, va considerato un livello del debito pubblico oltre il 134%, considerato un rilevante fattore di rischio.

Per far fronte a questi problemi è necessario un programma strutturato di riforme, le più importanti delle quali concentrate sull'incremento dell'efficienza del sistema giudiziario e su un sostanziale miglioramento dei servizi forniti dalla Pubblica Amministrazione.

Al fine di migliorare la dinamica della produttività, è inoltre necessario aprire alla concorrenza i segmenti del mercato ancora troppo protetti (quali ad esempio i servizi pubblici locali) e ridurre gli ostacoli che attualmente limitano l'attività d'impresa.

Ripensare quota 100 e reddito di cittadinanza

Pur valutando positivamente alcune delle riforme degli ultimi anni quali Jobs Act e Piano Industria 4.0, il report risulta abbastanza critico nei confronti della riduzione dell'età pensionabile previsto dal provvedimento quota 100 e dai possibili effetti perversi del reddito di cittadinanza.

La dinamica della crescita economica italiana, già alquanto fragile, riceverebbe un colpo significativo dalla riforma pensionistica promossa dal governo, anche se di natura temporanea. Molti commentatori hanno dunque interpretato questo commento come un invito a rivedere il meccanismo di quota 100.

Anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, l'importo relativamente alto delle prestazioni rispetto alla media degli altri Paesi potrebbe scoraggiare il lavoro ordinario e incoraggiare quello sommerso. Pur condividendo le finalità del provvedimento, viene dunque suggerita maggiore attenzione ai meccanismi di reinserimento nel mondo del lavoro, in mancanza dei quali la misura assistenziale rischia di avere solo un impatto negativo sui conti pubblici, senza contribuire al rilancio dell'economia.