Venerdì 22 novembre, a Palazzo Chigi, si è tenuto il vertice tra il Governo e ArcelorMittal. Dopo l'incontro, durato quattro ore, il Presidente del Consiglio ha comunicato che l'azienda è nuovamente disponibile ad una interlocuzione che porti ad un percorso condiviso, ma l'accordo è ancora molto lontano.

Mentre si lavora per un accordo con l'azienda, la giustizia fa il suo corso.

Infatti, nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha effettuato delle ispezioni presso lo stabilimento di Taranto e gli uffici milanesi di ArcelorMittal.

Venerdì 22 novembre, sempre su delega della Procura, i Carabinieri del Noe di Roma, del Nucleo di Sicurezza sul Lavoro e del Comando Provinciale hanno ispezionato lo stabilimento, ma con una maggiore attenzione all'area a caldo al fine di accertare se vi è stato un depauperamento delle materie prime e se sono state eseguite le manutenzioni agli impianti, necessarie per la sicurezza dei lavoratori.

L'incontro tra il Governo e ArcelorMittal

E' durato quattro ore l'incontro che si è tenuto venerdì 22 novembre tra il Governo e ArcelorMittal.

L'azienda, dopo un atteggiamento di totale chiusura, si è resa disponibile ad una interlocuzione, ma il raggiungimento di un accordo si profila molto complicato.

L'obiettivo del governo è elaborare un nuovo piano industriale che contenga tecnologie ecologiche e il massimo impegno da parte dell'azienda a risanare l'Ambiente.

Il governo si è anche reso disponibile per un eventuale coinvolgimento pubblico per il ruolo strategico che lo stabilimento ex Ilva e l'acciaio assumono per l'economia nazionale.

Inoltre, al fine di raggiungere quanto prima un accordo con ArcelorMittal, il Governo inviterà i commissari straordinari a dilazionare i tempi processuali e a rinviare l'udienza fissata per il prossimo 27 novembre, presso il Tribunale di Milano, solo se l'azienda manterrà il normale funzionamento degli impianti anche durante la fase delle negoziazioni.

Per il momento l'azienda non ha lasciato alcun comunicato stampa, ma l'apertura dei signori Mittal presume che abbiano capito che da quel tavolo non possono andarsene, tranne se sono disposti a pagare risarcimenti e penali altissimi per ogni licenziamento. A questi costi, si aggiungerebbe anche la messa in discussione della reputazione della multinazionale, già precaria dopo le alcune varie operazioni industriali molto discutibili.

La Procura di Milano si schiera con i commissari straordinari

Venerdì 22 novembre, la Procura di Milano ha depositato, presso il giudice civile, l'atto con cui si costituisce parte civile dopo il ricorso d'urgenza dei commissari straordinari per chiedere ad ArcelorMittal il rispetto del contratto.

Secondo la Procura di Milano, la vera causa del recesso dal contratto è riconducibile alla crisi d'impresa. Infatti, stando alle dichiarazioni di alcuni testimoni, l'azienda aveva esaurito le risorse economiche dedicate all'operazione.

Un altro manager ascoltato come testimone, ha raccontato che proprio a causa di questa grave crisi d'impresa, ArcelorMittal ha proceduto alla cancellazione dell'approviggionamento delle materie prime necessarie per alimentare l'acciaieria. Quindi nonostante la sospensione delle operazioni di spegnimento degli altiforni, l'azienda non ha le materie prime necessarie per proseguire l'attività nel lungo periodo.