Smaltita l'effervescenza del Marketers World, Luca Ferrari torna ad analizzare a mente fredda quanto accaduto lo scorso ottobre a Rimini. L'azienda che ha fondato insieme all'influencer Dario Vignali, ha realizzato la seconda edizione di un evento che ha letteralmente galvanizzato il popolo Marketers. Un evento di formazione e connessioni per imprenditori digitali o aspiranti tali.

Di questo Ferrari ha parlato in un' intervista esclusiva a BlastingNews.

'Non vogliamo il rapporto fornitore-cliente ma cerchiamo progetti da seguire il più a lungo possibile'

Luca, milleseicento persone al World. Seicento in più della prima edizione. Anche se alla fine scappa quasi la lacrimuccia, è andata proprio bene.

"Devo dire che è andata proprio bene perché il nostro gol era di portare 1500 persone e siamo riusciti a portarne di più di quanto ci eravamo prefissati. La nostra paura era di non riuscire a superare le aspettative, visto il successo dello scorso anno e avendo anche un palco più grande, da allestire da zero, da una parte eravamo felici di avere questa chance, dall’altra, era la nostra prima volta dunque avevamo molta paura di non creare un evento a livello.

Abbiamo fatto scelte che potevano essere rischiose come il venerdì dedicato totalmente alle experience ma anche quella è andata bene perché la gente si è divertita e ha partecipato attivamente. Ciò che mi fa capire che è andata bene è stato il momento finale: è nostra regola scendere dal palco e salutare il pubblico. Lo scorso anno ci dicevano “complimenti!” quest’anno invece ci hanno ringraziato e non c’è complimento più bello.

Stiamo lavorando già al Marketers World 2020: vogliamo portare l’asticella ancora più in alto, cercando di migliorare le tempistiche che quest’anno, per motivi tecnici, hanno causato qualche ritardo".

Durante la conferenza stampa hai detto "noi non vogliamo clienti": cosa intendevi dire?

“Vuol dire che non vogliamo il rapporto fornitore-cliente ma cerchiamo progetti da seguire il più a lungo possibile, con cui crescere insieme.

Ecco perché noi cerchiamo dei partner ed è una filosofia che portiamo anche nella formazione che facciamo in Marketers: i docenti non sono dei fornitori ma sono dei partner con cui lavoriamo in revenue share. I protagonisti del Marketers World sono, infatti, nostri partner, persone con cui condividiamo un percorso. La cosa bella di avere dei partner e non dei clienti vuol dire abbracciare un progetto a 360 gradi che ti porta sì, un guadagno, ma con un intento diverso: si lavora per creare qualcosa che duri, non che finisce al termine di un contratto e dunque lo sposi a pieno".

Al MW19 abbiamo visto giovani con esperienza da veterani, c'è qualcuno che ti ha impressionato per la sua crescita in Marketers?

"Sono stato molto contento di vedere la crescita dei ragazzi che hanno lavorato al Marketers World 2019: rispetto ai nostri primi speech in pubblico, abbiamo imparato tanto e dunque sono migliorate le performance. Se posso dire qualche nome che più mi ha impressionato positivamente, sicuramente Marcella e Gabriele: sono giovanissimi e vederli parlare in modo così sicuro e vedere il pubblico prendere appunti mi ha fatto dire “Wow!”. Poi ci sono le persone che sono dietro il palco che hanno anche loro dell’esperienza che è pazzesca: gestire un evento del genere nonostante la giovane età, non è da tutti. Penso ad Elisa Gilardoni, Mario Di Girolamo, Mariangela Miranda che hanno lavorato dietro le quinte duramente portando dei risultati pazzeschi e sono felice della squadra perché siamo tutti allineati, tutti lavoriamo sulla stessa lunghezza d’onda".

In futuro il Marketers World prenderà sempre più le sembianze di un "raduno" o l'idea resta il mix connessioni e formazione?

"Non è facile dirlo perché le cose possono sempre evolversi e cambiare: la direzione verrà data dalle preferenze della community. Però penso che quest’anno abbiamo costruito un format vincente in cui c’è stato un misto di formazione e connessioni. Tuttavia, credo che utilizzare la parola formazione non sia corretto: il nostro obiettivo era ispirare la gente ecco perché è stata una scelta quella di non voler creare speech troppo tecnici. Il web è pieno di strumenti per la formazione, ciò che a noi importava era creare qualcosa che potesse ispirare le persone grazie al vivere un’esperienza portandosi a casa la voglia di mettersi in gioco.

Non parliamo però di “motivazione” perché non vogliamo dire che basta crederci e le cose accadono: ciò che vogliamo è che il nostro pubblico prenda consapevolezza di ciò che ha già fatto e che diventi conscio del proprio potenziale anche grazie all’incontro con altre persone".

Puoi svelarci qualche anticipazione del MW20?

"Abbiamo appena iniziato a lavorarci ma sarà sicuramente ad ottobre nella location che abbiamo già scelto quest’anno. Ciò che vogliamo fare io e Dario è creare qualcosa di ancora più bello: abbiamo già diverse idee per alzare l’asticella ma ancora è tutto in cantiere".

'Un buon leader è come un direttore d'orchestra'

Nel backstage ti abbiamo visto molto operativo insieme alla ciurma.

Insomma sei un leader che si cala dentro il gruppo per trainarlo...

"La figura del leader, come ho spiegato nel mio speech, è molto simile a quella del direttore d’orchestra. Il direttore d’orchestra non è rivolto verso il pubblico ma verso la sua orchestra e la sua orchestra prende gli applausi. Un leader che gestisce delle persone, non deve inspirarle con le parole ma con i fatti, dovendo essere il primo che si prende delle responsabilità".

Il mondo accademico tradizionale, talvolta, snobba la formazione online. Perchè?

"Credo che il mondo accademico tradizionale non sia ancora pronto alla formazione online o meglio, il mondo accademico tradizionale si muove lentamente mentre il digital è un mondo molto veloce.

Però questo sta cambiando: già le aziende stanno facendo formare i loro impiegati con i corsi online e presto lo faranno anche le università con i loro studenti".

Fino a pochi anni fa Marketers era semplicemente il blog di Dario nella sua stanza di Ferrara...come si gestisce una crescita così veloce? Hai mai avuto paura di una crescita troppo rapida?

"Ho paura tutti i giorni di una crescita troppo rapida ma la verità è che il mestiere dell’imprenditore si impara facendolo dunque bisogna essere sempre sulla cresta dell’onda. La vita dell’imprenditore è un roller coster emozionale perché ti svegli al mattino e sei felice e poi nel pomeriggio l’umore non è dei migliori. Avere un’azienda vuol dire testare una strada e proseguire se si hanno risultati oppure fermarsi e cambiare se ci si accorge di non essere in linea con i propri obiettivi come è successo con Marketers: ci siamo resi conto che alle volte stavamo andando per una strada che non ci avrebbe dato risultati dunque abbiamo invertito la rotta".

Dario ha detto che occorre molto impegno, capacità di ascolto e comprensione per gestire il vostro rapporto di soci. Quando c'è l'amicizia di mezzo non è semplice: che ne pensi?

"La cosa bella di noi in Marketers è che noi non siamo amici che sono diventati soci ma dei soci che hanno imparato ad essere anche amici e questo fa tutta la differenza del mondo. In più abbiamo abbracciato anche una filosofia per cui diamo la priorità alla qualità della vita piuttosto che al mero business e queste due cose sono possibili solo se i rapporti sono davvero intimi. Non credo che i rapporti possano rimanere in equilibrio quando c’è una crisi ecco perché, tornando al discorso di prima, in ogni cosa che facciamo cerchiamo dei partner.

Il nostro rapporto è anche molto chiaro perché i ruoli sono molto chiari: ognuno di noi ha dei compiti e deve portare dei risultati e ci si riallinea per valutare come stanno andando le cose".

Quando l'MW è alle spalle ci si sente molto più carichi e propositivi, ma quando si torna a casa anche un po' più soli. Che consiglio ti senti di dare in questo senso a chi ha partecipato all'evento?

"Dopo il Marketers World è normale sentirsi soli, ma la solitudine è una costante nella vita imprenditoriale. Per evitare la solitudine consiglio di partecipare a degli eventi in cui si possono trovare delle persone che sono simili a te. Ma anche viaggiare, provare nuove esperienze che possano migliorare la propria persona e di conseguenza il proprio profilo come professionista.

Frequentare, o per lo meno conoscere, persone che stanno facendo il tuo stesso percorso ti permette di avere degli alleati che condividono paure e dubbi e il confronto con loro può far sentire meno soli".