Nel tardo pomeriggio di lunedì, ArcelorMittal ha comunicato ai sindacati la sospensione delle operazioni di spegnimento degli altiforni dello stabilimento ex Ilva, fino alla decisione sul ricorso cautelare presentato dai commissari straordinari.
La decisione della multinazionale indiana è arrivata dopo l'invito del Tribunale di Milano a non procedere con iniziative e condotte relative all'operatività e funzionalità dello stabilimento.
Intanto il Codacons, in qualità di associazione ambientalista e come legale rappresentante dei cittadini di Taranto, ha deciso di costituirsi in giudizio contro il ricorso di ArcelorMittal.
Anche la macchina della giustizia italiana è attiva. Infatti, in queste ore la Guardia di Finanza, in qualità di polizia giudiziaria, sta effettuando un'ispezione nello stabilimento di Taranto e negli uffici milanesi di ArcelorMittal al fine di acquisire la documentazione utile all'indagini delle Procure di Taranto e di Milano.
Inoltre, secondo alcune indiscrezioni, venerdì 22 novembre è previsto un incontro tra il governo e l'azienda.
Mittal sospende le operazioni di spegnimento degli altiforni
La decisione della sospensione delle operazioni di spegnimento degli altiforni è stata comunicata dai sindacati, lunedì alle 18, dopo l'invito del Tribunale di Milano.
Il segretario generale della CGIL, Landini, ha definito la sospensione come un primo risultato.
Inoltre, ha aggiunto che il sindacato ha chiesto al Presidente del Consiglio, di convocare l'azienda e i sindacati per discutere dell'applicazione del contratto che ArcelorMittal si era impegnato a rispettare.
Della stessa posizione è il segretario della UIL, Barbagallo, che chiede a Conte il ripristino delle regole presenti nell'accordo e crei delle condizioni favorevoli per riprendere la trattativa con la multinazionale indiana.
Il Codacons si costituisce parte civile contro ArcelorMittal
Il Codacons ha deciso di costituirsi parte civile nei confronti della multinazionale. Il presidente dell'associazione,Marco Donzelli, ha spiegato in una nota che il Condacons continua a ritenere che la chiusura della fabbrica, in assenza di condizioni ambientali e di tutela della salute pubblica, sia la soluzione migliore.
Questo però deve avvenire nel rispetto della legalità e delle clausole del contratto che la multinazionale si è impegnata a rispettare.
Infatti, se il ricorso di Mittal dovesse essere accolto, salterebbero tutte le attività di bonifica del territorio, previste dal contratto, con conseguenze gravissime per la città di Taranto in termini di salute pubblica e di occupazione. Per tale motivo il Codacons contrasterà con ogni mezzo legale l'atto di recesso dell'azienda.
Blitz della Guardia di Finanza nello stabilimento di Taranto e negli uffici di Milano
In queste ore, la Guardia di Finanza su delega della Procura di Taranto e di Milano sta acquisendo la documentazione relativa agli ordini, merci, e allo stato di manutenzione degli impianti.
I reati che la Procura di Taranto ipotizza sono la distruzione dei mezzi di produzione e appropriazione indebita. In merito a quest'ultimo, i commissari nella denuncia presentata qualche giorno fa, alla Procura di Taranto, sostengono che il magazzino con un valore di 500 milioni sia stato svuotato, rispetto la merce che era stata consegnata.
In concomitanza, negli uffici milanesi di ArcelorMittal, la Guardia di Finanza è impegnata ad acquisire documenti per la Procura di Milano che indaga su due ipotetici reati: agiotaggio informativo, ovvero le false comunicazioni al mercato, in particolare sui mercati esteri dove ArcelorMittal è quotata, e distrazione dei beni del fallimento.