In questi giorni il settore dell'intelligenza artificiale globale ha subito uno scossone con l’arrivo di DeepSeek, una startup cinese che ha rapidamente guadagnato terreno, mettendo in crisi alcune delle più grandi certezze sull’egemonia tecnologica americana. Questa svolta ha avuto un impatto diretto su Nvidia, il colosso dei microchip per l’IA, che ha visto un crollo del 17% del proprio valore in borsa lunedì. Questo rappresenta una delle peggiori sedute della sua storia recente, portando la capitalizzazione del gigante californiano da 3.500 miliardi di dollari a 2.900 miliardi in un solo giorno.

La crisi per Nvidia si colloca in un contesto più ampio, caratterizzato da crescenti dubbi sul rapporto costi-benefici dell’IA.

La comparsa di DeepSeek, con il suo modello di intelligenza artificiale altamente competitivo e significativamente meno costoso rispetto agli standard americani, ha sollevato preoccupazioni sulla sostenibilità degli investimenti multimiliardari che aziende come Microsoft, Google e Meta stanno effettuando.

DeepSeek e il modello R1: una sfida al primato statunitense

DeepSeek ha presentato il suo modello open source, chiamato R1, lo scorso dicembre. Il modello, sviluppato in meno di due mesi con un costo di soli 6 milioni di dollari, ha già superato alcune delle principali piattaforme americane nei test condotti da analisti indipendenti.

Il successo di DeepSeek, che utilizza una tecnica chiamata "test-time scaling" per migliorare le prestazioni durante l'uso, rappresenta un’innovazione che ha colpito l'industria americana nel cuore.

Nvidia ha commentato positivamente il lavoro di DeepSeek, definendolo “un eccellente progresso nell’IA” e sottolineando che il modello cinese dimostra nuove possibilità di utilizzo per i processori grafici di Nvidia stessa.

Tuttavia, questa ammissione non è bastata a contenere l’onda d’urto generata dall’ingresso della startup cinese.

Implicazioni per Nvidia e il settore tecnologico

La forza di DeepSeek risiede anche nell’aver utilizzato GPU Nvidia progettate per il mercato cinese, sfidando la narrativa secondo cui l’accesso ai chip avanzati americani fosse un prerequisito per lo sviluppo di modelli competitivi.

Questo elemento ha sollevato interrogativi tra gli analisti: le ingenti somme investite in infrastrutture IA da parte delle grandi aziende della Silicon Valley potrebbero essere inutili se modelli più economici riescono a raggiungere risultati simili.

Secondo Srini Pajjuri, analista di Raymond James, il successo di DeepSeek mostra come il mercato potrebbe essere sopravvalutato e vulnerabile. La dipendenza dalle "leggi di scala" – un concetto chiave nello sviluppo dell’IA che prevede una correlazione diretta tra potenza di calcolo e qualità del modello – potrebbe essere ora messa in discussione dalla capacità di DeepSeek di ottenere prestazioni elevate con risorse limitate.

Il contesto geopolitico e le ripercussioni globali

L’impatto di DeepSeek non si limita all’economia, ma ha anche implicazioni geopolitiche significative. Gli Stati Uniti sotto la guida dell’amministrazione Trump hanno fatto dell’IA una priorità strategica, con investimenti fino a 500 miliardi di dollari previsti per i prossimi anni e la promessa di adottare una linea più dura nei confronti della Cina. Tuttavia, l’improvviso successo di DeepSeek ha messo in discussione la posizione dominante americana e potrebbe rappresentare un punto di svolta nella corsa globale per il controllo tecnologico.

Intanto, il crollo di Nvidia ha scatenato un effetto domino sulle borse mondiali, colpendo aziende tecnologiche sia in Europa che in Asia.

Nel frattempo, martedì, i mercati globali hanno mostrato segnali di recupero. Le azioni Nvidia sono risalite del 6% a Francoforte, mentre altri colossi tecnologici come Oracle e Palantir hanno registrato rialzi rispettivamente del 3,4% e del 2,9%. In Asia, il produttore di apparecchiature per chip Advantest ha perso un ulteriore 10%, mentre Tokyo Electron e SoftBank Group sono scesi del 5%. La ripresa parziale non ha tuttavia dissipato i timori di una sopravvalutazione generalizzata del settore tecnologico.

Secondo David Bahnsen, chief investment officer del Bahnsen Group, “le valutazioni straordinarie di molte aziende tecnologiche e di intelligenza artificiale non lasciano margini di errore.

La concentrazione eccessiva di questi titoli nei portafogli degli investitori e nei principali indici di mercato rappresentava un rischio significativo e sottovalutato”.

Infine, l’emergere di DeepSeek rappresenta un punto di svolta anche per la percezione dell’IA cinese, spesso considerata anni indietro rispetto a quella americana. Il ministro giapponese della digitalizzazione Masaaki Taira ha dichiarato: “Pensavamo che l’IA generativa cinese fosse in ritardo di cinque anni, ma sembra che ci siamo sbagliati: è su una traiettoria di sviluppo molto promettente”.