Risposta rapida - Si chiama Swift Response la manovra militare che la NATO sotto la direzione dei generali americani sta svolgendo proprio in questi giorni in Germania, Italia, Romania e Bulgaria. L'obiettivo dichiarato è quello di allenare le truppe a mobilitarsi con rapidità al fine di mantenere la stabilità dell'Europa. Due gli aspetti degni di nota: in termini prettamente numerici: è la più importante esercitazione dalla fine della guerra fredda, inoltre si tratta della prima operazione su suolo europeo compiuta dalla 82ma divisone aviotrasportata USA dai tempi del bombardamento sulla Serbia di Milošević.

Senza che nessun media ne dia evidenza, il vecchio continente gioca quindi alla guerra e nugoli di parà armati fino ai denti piovono dai nostri cieli.

Ad essere impiegata è anche la 173ma Brigata di stanza a Vicenza. È bene ricordare infatti che non più tardi dell'aprile scorso qualche centinaio di questi paracadutisti furono spediti da Washington in Ucraina con il compito di addestrare i militari di Kiev. Peccato che oltre all'esercito regolare a beneficiare delle lezioni fu anche il famigerato Battaglione Azov ovvero quel manipolo di combattenti di ispirazione nazista responsabile conclamato dell'eccidio di donne, anziani e bambini perpetrato nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk.

In sostanza a questi signori della guerra il mondo occidentale prima ha armato le mani poi si è assicurato che la capacità offensiva fosse correttamente adoperata e non importa se a danno delle inermi popolazioni civili del Donbass.

Se il dato di fatto è l'incremento dell'attivismo americano nell'Europa orientale - Obama ha infatti la necessità di rafforzare la NATO ad est temendo che sia il Cremlino a creare uno sconveniente blocco commerciale euro-russo nella regione – il nocciolo della questione è la russofobia di cui sono perennemente malati gli Stati Uniti, la cui società civile respira dell'incessante demonizzazione mediatica del Putin 'imperialista'.

A rendere l'idea dell'aria che tira oltreoceano è il Capo di Stato maggiore dell'esercito Mark Milley secondo il quale la Russia, che «è l’unico Paese al mondo che ha un arsenale nucleare in grado di distruggere gli Stati Uniti», rappresenta la «principale minaccia per la sicurezza» della nazione.

Più deliranti i toni utilizzati dall'ex generale Robert Scales che - intervistato dall'emittente Fox News - ha dichiarato che sarebbe auspicabile «iniziare a uccidere così tanti russi che neanche i media di Putin potranno nascondere il fatto che stanno tornando in patria nelle bare». Chi alle parole ha deciso di propendere per i fatti è il viceministro per la difesa e responsabile per la Us Air Force Deborah James che ha deciso di inviare in Europa alcuni caccia da superiorità aerea F-22, fiore all'occhiello dell'aviazione militare in grado di fungere da scorta ai bombardieri nucleari.

Conseguenze e scenari

L'aver rispolverato strategie da guerra fredda è evenienza che in termini economici finisce per riguardarci da vicino.

Le sanzioni imposte alla Russia penalizzano di rimando i partner commerciali dell'UE e dell'Italia, il cui interscambio dall'inizio dell'anno è calato a picco. In termini di equilibri geopolitici, invece, questo rinnovato atteggiamento aggressivo da parte della NATO rischia di costituire una minaccia alla sicurezza mondiale: difficile infatti pensare che la Russia resti a lungo impassibile dinanzi ad un dispiegamento di uomini e mezzi nel cortile di casa.