Il dopo Brexit pone numerosi problemi per i Paesi membri che adesso stanno vagliando una serie di ipotesi per non far collassare l’Europa. Per mantenere l’unità pare che si voglia arrivare, al più presto, alla creazione di uno Stato sovranazionale con un unico esercito, un solo sistema fiscale ed una sola capitale: Bruxelles. Non dimentichiamo che in questo momento la situazione delle banche italiane non è delle migliori, aggravata dall'andamento delle quotazioni borsistiche e dal pregresso delle sofferenze dei crediti.
Si fa sempre più strada l’ipotesi di sospendere temporaneamente l’articolo 108 del Trattato dell’Unione in modo da aprire una corsia preferenziale che permetta agli stati membri, che ne necessitano, di usufruire regolarmente di aiuti dalla BCE per salvare le banche. Ciò che non è lontanamente previsto per le persone, come non lo è mai stato, in questo momento diventa possibile per gli istituti bancari. Una vera rivoluzione.
Banche italiane sempre più in affanno
Non si capisce bene a quanto ammonterà la cifra che la UE intende mettere sul piatto. Si parla di 40 miliardi che per taluni, come Alessandro Profumo presidente di Equita, non è una cifra congrua.
Ciò che si profila è una situazione fluida. Gli scenari non sono dei migliori, in quanto in un mondo sempre più globalizzato bisogna tenere conto anche degli altri attori che si muovono sulla scena. La Cina, ad esempio, dopo anni di forte crescita ha subito una battuta d’arresto e non è escluso che presto svaluti la sua moneta e se il dollaro subirà un’impennata nel suo valore, si porterà dietro un periodo di deflazione e recessione. La crisi comunque pare che non abbia più nemmeno denti per mordere il freno che ne impedisce l’uscita. Ad innescare la Brexit, che ha messo a nudo la fragilità di una Unione Europea fatta di tecnocrati e commissioni, è l’imputridirsi delle politiche di austerità, pretese e imposte dalla Germania.
Frattanto, nel Parlamento Europeo, è stata approvata una mozione che chiede per Londra l’attivazione immediata dell’art. cinquanta dei Trattati europei per avviare le pratiche di divorzio della Gran Bretagna dalla UE. Chi esce dalla famiglia non può pretendere di non rispettare gli obblighi e reclamare solo privilegi – così dice Angela Merkel. Giorni di passione, dunque, per i ventisette stati dell’Unione Europea; è grande il nervosismo che si respira per il temporeggiare del premier inglese Cameron, che ha rimandato ogni decisione sulle pratiche di divorzio dalla UE al suo successore, che dovrebbe essere eletto entro settembre.
Battibecco nel Parlamento Europeo tra Farage e Juncker
Claude Juncker, davanti al Parlamento europeo, ha redarguito Neil Farage, il quale ha ribattuto: “Quando dicevo che mi sarei battuto per l’uscita dell’Inghilterra dall'Unione Europea mi avete deriso, oggi vi dico che presto anche l’Olanda seguirà la stessa strada”.
Regna l’incertezza anche in Italia, Il motore dell’economia continua ad andare a strappi. E’ in calo l’indice di fiducia dei consumatori, dice l’Istat;. Le associazioni dei commercianti chiedono alleggerimenti fiscali su famiglie e imprese per reagire alla tremenda “scossa tellurica” che ha avuto l'epicentro a Londra. All'orizzonte cresce la marea in maniera surreale, alimentata da venti di crisi che vengono da oltre oceano.