Un provvedimento molto importante e molto atteso nel 2018 era contenuto nel cosiddetto DL Mezzogiorno. Un decreto che come dice il suo stesso nome si rivolge alle aree svantaggiate del Centro e del Sud Italia, quelle dove è più alto il tasso di emigrazione e quindi di spopolamento. Nel DL la misura forse più attesa era “Resto al Sud” che altro non è che un incentivo per fare impresa rivolto a giovani che decidono di mettersi in proprio creando una attività autonoma sia in società che come ditta individuale. Dal 15 gennaio sono partite le domande per cercare di sfruttare questa importante occasione che il governo ha deciso di concedere ai giovani.

Dotazioni importanti e pluriennali

Da lunedì è possibile iniziare a presentare le istanze per “Resto al Sud” nuova misura per giovani che vogliono diventare imprenditori. Una misura su cui il Governo ha puntato fortemente con una imponente dotazione di 1,12 miliardi di euro fino al 2025. Per il 2018 saranno 36 milioni i soldi stanziati per finanziare gli eventuali beneficiari di questa misura. Ad ogni singolo richiedente, qualora venisse accolta l’istanza ed assegnato il benefit, sarà possibile erogare fino a 50mila euro. Per nuove imprese create in forma societaria però, l’incentivo massimo concedibile arriva a 200mila euro ad istanza. L’incentivo è sotto forma di prestito agevolato e concessione a fondo perduto.

Infatti il 35% di quanto un beneficiario riuscirà a prendere sarà da non restituire, erogato come dicevamo a fondo perduto. Per il restante 65% invece si tratterà di un prestito a tasso agevolato e garantito dal Fondo per le Piccole e Medie Imprese.

A chi si rivolge, dove e cosa si può fare

La misura non è estesa a tutto il territorio dello stivale ma circoscritto a Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e le due Isole Maggiori.

I soggetti che possono accedere al beneficio sono giovani tra i 18 ed i 36 anni non compiuti all’atto della presentazione delle istanze e residenti in una delle regioni prima citate. Altro fattore necessario è il non aver sfruttato negli ultimi 3 anni nessuno degli incentivi per l’autoimprenditorialità che le normative italiane hanno lanciato.

Come perimetro di applicazione saranno ammissibili imprese individuali o in forma societaria, anche in cooperativa ma non potranno riguardare attività commerciali o apertura di studi professionali. In definitiva vanno a contributo le attività artigianali, industriali, quelle relative alla pesca ed all’acquacoltura ed alla produzione di servizi compresi quelli turistici. I soldi erogati sono a copertura totale delle spese, cioè possono riguardare sia l’acquisto delle attrezzature tecniche, materiali ed informatiche relative all’idea che si va a sviluppare, ma anche alle spese da sostenere per le utenze energetiche e così via. La gestione della misura e quindi la presentazione e valutazione delle istanze è appannaggio di “Invitalia”, l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo delle imprese già conosciuta per altri progetti molto importanti come “Nuova impresa a tasso zero” lanciata nel 2016.

Sul sito ufficiale dell’Agenzia c’è il vademecum della misura con tutte le modalità di partecipazione e con l’elenco di Enti, Atenei ed Associazioni che potranno concedere assistenza gratuita ai giovani che vorranno aderire all’iniziativa.