Duecento anni prima della nascita di Cristo ad Ariminum (l'attuale Rimini) ed in altre città si coniava il quincunx (un'antica moneta in bronzo non facente parte del sistema monetario ufficiale dell'antica Roma).
A febbraio 2014, a distanza di oltre 2000 anni, nella stessa città, parte ufficialmente la sperimentazione del Progetto Quinc: l'iniziativa della Camera di Commercio, della Provincia di Rimini e delle Associazioni di categoria riminesi che prevede la costituzione di una rete locale comprendente tutte le categorie merceologiche (lavoro, trasporti, alimentazione, energia, salute, educazione, sociale, ecc.) finalizzata a contrastare la crisi di liquidità che sta colpendo imprese e consumatori garantendo, mediante transazioni commerciali non monetarie, la massima fluidità e continuità degli scambi commerciali tra gli aderenti.
Fino a giugno 2014 è possibile iscriversi gratuitamente al circuito compilando moduli cartacei o telematici direttamente sul sito Retequinc.it.
Come funziona
Per avviare le attività di scambio ogni azienda aderente al circuito è dotata di un conto iniziale di 10.000 unità di conto (i cosiddetti quinc del valore di circa 1 euro ciascuno) non convertibili in moneta corrente.
Le aziende possono scambiarsi tra loro beni e servizi vendendoli ed acquistandoli in parte in euro ed in parte in quinc.
Gli sconti praticati (liberi e volontari) non costituiscono perdita di valore, sono immediatamente disponibili e possono essere riutilizzati per l'acquisto di altri beni e servizi nell'ambito della stessa rete locale.
Essi, configurandosi come riduzioni incondizionate di prezzo, non concorrono alla base imponibile e pertanto sono esenti da IVA.
Praticamente si ritorna all'antico principio del baratto (basato sull'attuale strumento della permuta previsto dal Codice Civile) che si rivitalizza virtuosamente perché consente il moltiplicarsi delle interazioni tra le aziende aderenti: dal semplice ed unilaterale scambio di una cosa contro un'altra cosa, si trasforma nello scambio di un bene o un servizio con una miriade di ulteriori beni e servizi di aziende all'interno del circuito (baratto multilaterale).
Il tutto è accompagnato da una piattaforma informatica continuamente assistita che semplifica la gestione delle transazioni favorendo la crescita del sistema di scambio nella sua globalità.
Il vantaggio principale sta proprio nella riduzione della necessità di utilizzare gli euro nelle transazioni commerciali di beni e servizi con il conseguente aumento degli scambi.
Alla fase sperimentale, che terminerà a giugno 2014, seguirà la seconda fase relativa all'estensione del principio del baratto al mercato Business to Consumer (B2C), il tutto favorito dai moderni mezzi informatici a disposizione.
La necessità aguzza l'ingegno, ma è proprio così difficile apprendere dalla storia?