La situazione di stallo che ormai da mesi permea il caso Pensioni lavoratori precoci potrebbe presto sbloccarsi grazie all’avvento del nuovo governo guidato da Renzi; favorevole ad una revisione della riforma Fornero (senza però stravolgimenti), il sindaco di Firenze potrebbe proporre Tito Boeri o Guglielmo Epifani per ricoprire il ruolo di ministro del lavoro, e in entrambi i casi per i lavoratori precoci si aprirebbero interessanti scenari.
L’unica cosa certa al momento è che cambierà la strategia di intervento, non solo con riferimento al caso Pensioni lavoratori precoci ma anche a quello che riguarda le altre categorie di lavoratori ‘colpiti’ dalla riforma Fornero (esodati e usuranti in primis); ecco che l’ipotesi di una pensione anticipata con prestito INPS, non ancora scartata del tutto, potrebbe venire a cadere insieme al proponente, il ministro Giovannini, che senza ombra di dubbio cederà la propria poltrona.
Un’altra candidatura forte, come si accennava, è quella di Tito Boeri, già promotore qualche tempo fa di un interessante proposta concernente il riconoscimento di un reddito minimo garantito. Entriamo più nel dettaglio e facciamo il punto sul caso Pensioni lavoratori precoci.
Pensioni lavoratori precoci: pensione anticipata, prestito INPS o reddito minimo garantito? Analizziamo i possibili scenari
Fino a poco tempo fa, per lavoratori precoci, ma anche per esodati e usuranti, era in piedi l’ipotesi del prestito INPS, ovvero sia l’erogazione di una somma di danaro assicurata mensilmente al lavoratore che accettasse di abbondare anticipatamente il lavoro (due o tre anni prima della pensione) e che in seguito, una volta maturato il diritto alla pensione, lo stesso lavoratore avrebbe restituito sotto forma di trattenuta diretta sugli assegni mensili.L’ipotesi era stata avanzata dal ministro Giovannini, ma la sua sicura sostituzione apre nuovi scenari; sia Epifani che Boeri porterebbero infatti importanti novità, a cominciare dalla volontà di modificare la riforma Fornero pur senza stravolgimenti. Boeri stesso ha qualche tempo fa avanzato l’ipotesi di un reddito minimo garantito, coincidente con l’erogazione di una somma minima (400-500 euro al mese) che fungerebbe da integrazione del reddito percepito, il tutto per evitare di scendere al di sotto della soglia di povertà.
Al momento si tratta solo di ipotesi, dato che il nome del nuovo ministro del lavoro è ancora evidentemente sconosciuto. L’impressione corrente tuttavia è che cambierà l’approccio al caso Pensioni lavoratori precoci: non più strumenti da potersi eventualmente adottare (è il caso del prestito INPS) ma riforme delle legge vigenti, in primis quelle contenute nella tanto vituperata riforma Fornero. L’interrogativo più pressante concerne però la possibilità di avere a disposizione le coperture finanziarie per risolvere il caso Pensioni lavoratori precoci e quello connesso alla situazione di esodati, usuranti ed altre categorie, Quota 96 in primis.
I sindacati dei lavoratori precoci chiedono in particolare da tempo una riforma della normativa che regola le penalizzazioni attualmente previste per accedere alla pensione anticipata, ma come accennato pocanzi, una revisione del dispositivo normativo vigente non è mai stata tra i piani del precedente esecutivo.
La questione Pensioni lavoratori precoci (come quella delle pensioni 2014) giunge comunque al bivio decisivo e un nuovo governo può davvero rappresentare la chiave di svolta. Le premesse ci sono, ma quelle a dire il vero non sai mai mancate. Adesso, si attendono i fatti, quelli si spesso latitanti.