Come ormai risaputo, il contesto previdenziale sta vivendo un momento di grande agitazione; al di là di alcune singole vertenze che toccano determinate categorie di lavoratori (esodati, precoci e Quota 96 su tutti), l’impressione corrente è che si vada galoppando verso una totale rivisitazione del sistema pensionistico.



Tutto è partito dal DEF (il documento di economia e finanza), all’interno del quale il governo si è espressamente impegnato a creare un sistema previdenziale nuovo, più flessibile e meno rigido rispetto al passato; cuore pulsante dell’intero ragionamento il dibattito sull’età pensionabile, con il ministro Fornero ad aver sensibilmente innalzato il requisito minimo e numerosi giuslavoristi impegnati da tempo a chiedere al riguardo delle modifiche immediate.





Al di là di quelli che possono essere i nuovi scenari e nel tentativo di offrire delle certezze a chi si senta disorientato, cerchiamo adesso di fare il punto della situazione in merito a due importanti istituti previdenziali, ovvero sia la pensione di vecchiaia 2014 INPS e l’opzione contributivo donne.

Pensione vecchiaia 2014 INPS: i requisiti



Ad oggi, per accedere alla pensione di vecchiaia 2014 INPS è necessario soddisfare certe tipologie di requisiti che variano da uomo a donna. Ecco il dettaglio:



  • Per gli uomini, 66 anni e 3 mesi (senza distinzione tra pubblico e privato);
  • Per le donne, 66 anni e 3 mesi per chi sia impiegato nel pubblico, 64 anni e 9 mesi per chi è lavoratrice autonoma, 63 anni e 9 mesi se si è impegnati nel comparto privato.



I requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia 2014 INPS paiono al momento al sicuro da possibili revisioni normative, anche se spesso in passato si è parlato della possibilità di abbassare il requisito per le lavoratrici donne, che specie nel comparto pubblico presentano lo stesso limite degli uomini.



Lo scenario connesso a requisiti e strutturazione della pensione di vecchiaia 2014 INPS, va ribadito, non dovrebbe essere toccato nel breve, anche se si va sempre più consolidando la possibilità di un ricorso generalizzato e massiccio all’istituto del prepensionamento, una misura che se approvata potrebbe decisamente cambiare le carte in tavola (come accennato, al momento si tratta di una semplice ipotesi).



Ritornando per un attimo alla condizione previdenziale delle donne, continuano a non arrivare novità in merito all’opzione contributivo: il governo ha dimenticato l’impegno preso? Di certo, non sarebbe la prima volta.

Opzione contributivo donne, nessuna traccia della proroga: governo disattende il proprio impegno



Come accennato pocanzi, non si registrano novità in merito all’opzione contributivo donne; l’istituto, lo ricordiamo, consente alle lavoratrici di fruire di un pensionamento anticipato a 57 o 58 anni d’età, il tutto a fronte di assegni pensionistici fortemente decurtati rispetto a quelli cui avrebbero diritto ricorrendo al tradizionale metodo di calcolo, il retributivo.



Le lavoratrici donne interessate all’opzione contributivo avrebbero in teoria tempo fino al 2015, ma per via del meccanismo delle finestre in molte hanno a che fare con le ultime settimane utili prima della scadenza. Il governo Letta si era impegnato a concedere una proroga (salvo poi non poter mantenere l’impegno per via del cambio di leadership), mentre il nuovo esecutivo non ha mai pubblicamente sottolineato quale fosse il proprio intendimento.



Dalla Commissione Lavoro hanno in realtà esortato il governo a rispettare l’impegno assunto da Letta concedendo la proroga, ma sin qui non si è vista neanche l’ombra di un provvedimento.



A questo punto non resta che attendere nella speranza che l’esecutivo possa presto intervenire per ripristinare l’operatività dell’opzione contributivo donne; noi continueremo a tenervi aggiornati.